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Coronavirus, non residenti spesso dimenticati nella consegna delle mascherine: “Ci dicono che sono le direttive ma noi qui paghiamo le nostre tasse”
Alcune persone escluse dalla consegna delle mascherine: “Mi rispondono sempre che le direttive della Provincia prescrivono di consegnarle solo ai residenti, eppure è molto che sono in Trentino dove gestisco un’attività e pago le tasse”

TRENTO. Con le ultime ordinanze emanate dal presidente della Pat, Maurizio Fugatti, possedere una mascherina è diventato praticamente indispensabile, visto e considerato che sono obbligatorie sia per entrare al supermercato che per viaggiare sui mezzi pubblici. Nel frattempo, finalmente, la distribuzione delle mascherine sembra essere arrivata a buon punto anche se alla fine delle “due mascherine per ogni cittadino” annunciate ne sono arrivate circa due per nucleo famigliare, o comunque una a testa (se il nucleo è composto da più di due persone). Eppure qualcuno è rimasto escluso.
Infatti, sono molti i non residenti come proprietari di seconde case o chi semplicemente si trova fuori dalla sua residenza a lamentare di non aver ricevuto nemmeno una mascherina. A quanto pare non sempre le autorità sono riuscite a trovare una soluzione, se da un lato le mascherine sono diventate reperibili più facilmente non sempre si trovano, soprattutto nei piccoli comuni.
È il caso di un’albergatrice della Val di Fiemme (ma come lei ci sono arrivate altre segnalazioni) che si è vista negare le mascherine che i vigili del fuoco stavano consegnando: “Ho chiesto spiegazioni a loro e al comune ma mi è stato risposto che queste le disposizioni provinciali e che quindi non c’è nulla da fare. Eppure – prosegue pur non avendo la mia residenza in Trentino è un anno che lavoro qui nella mia attività a conduzione famigliare e qui è dove ho pagato le tasse”.
Nella stessa situazione dell’imprenditrice ci sono molte altre persone che, è bene specificarlo, si trovano in trentino senza aver violato nessuna norma, vuoi perché sono arrivati prima dell’emergenza vuoi perché dopo gli ultimi decreti nazionali è diventato impossibile tornare a casa. Persone che si sono già sentite tradite una volta quando Fugatti minacciò di non curarli qualora avessero contratto il coronavirus (QUI articolo) e che ora chiedono solo di poter avere delle mascherine per poter ottemperare alle nuove norme promulgate dalla Pat.
Al contrario, stiamo parlando di persone effettivamente integrate nel tessuto sociale trentino e che come ogni anno erano arrivate in provincia per passare un po’ di tempo con la famiglia o per lavoro. O più banalmente ci sono trentini “bloccati” in comuni diversi da quello di residenza. Stesso discorso per chi convive o alcuni studenti in affitto.
“Le mascherine sono state consegnate a tutti tranne a noi – ribadisce sconfortata l’albergatrice – da quando è diventato obbligatorio indossare le mascherine per uscire (in alcuni comuni è obbligatorio indossarle in ogni locale aperto al pubblico ndr) sono l'unica in tutto il paese a non averle ricevute e non so nemmeno se le troverò in farmacia”. Nessuno può sapere con certezza quante siano le persone che non hanno ricevuto i dispositivi, fermo restando che da alcune segnalazioni nemmeno tutti i residenti li hanno ricevuti, quel che è certo però è che non saranno qualche centinaio di mascherine a fare la differenza soprattutto se come ricordato più volte dallo stesso presidente della Pat “Il Trentino è terra di solidarietà”.