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Coronavirus, Zaia ai cittadini: ''Andate al pronto soccorso solo per situazioni gravi". In Veneto oltre 3800 contagi in 24 ore
Per Zaia, oggi, “Non è più un problema generale di sanità ma dipende da ogni cittadino. Purtroppo in alcuni manca il senso civico e in altri c'è il totale negazionismo dell'evidenza e il risultato è quello che dobbiamo arrivare alle restrizioni”.

VENEZIA. Ancora un record di contagi in Veneto con oltre 3800 positivi nelle ultime 24 ore con circa 20 mila tamponi. I dati sono stati forniti dal governatore del Veneto Luca Zaia che ha sottolineato come quest'oggi la situazione più critica sia rappresentata dalla pressione che si sta avendo sugli ospedali e soprattutto sui Pronto soccorso.
Ci sono stati da ieri a oggi 109 persone ricoverate e in terapia intensiva, dove ci sono 189 pazienti, si è assistito ad aumento di 12 unità. A questo si aggiungono 25 persone morte a causa di Covid19.
“I dati stanno crescendo – ha spiegato Zaia – ma non siamo ancora ai valori di marzo. Sono comunque numeri importanti anche se facciamo molti tamponi”.
Il governatore ha spiegato che per i prossimi giorni la curva difficilmente potrà scendere. “Stiamo andando verso la metà di questo percorso – ha spiegato in conferenza stampa – e mediamente queste curve arrivano a 90 giorni. Se consideriamo che questa fase è iniziata ai primi di ottobre, sappiamo con certezza che oggi siamo a metà del percorso”.
A preoccupare, come già rilevato ieri, è la situazione degli ospedali. Al momento la sanità veneta sta affrontando l'emergenza ma la pressione sta aumentando. Basta pensare che prima del 21 febbraio, prima quindi della pandemia, si registravano 4500 accessi al Pronto soccorso. Oggi siamo arrivati al doppio.
“Ai cittadini – ha spiegato Zaia – diciamo di evitare al massimo l'accesso al Pronto soccorso, le persone devono cercare il medico di base che anche telefonicamente può dare informazioni. Il 60-70% di chi accede la Pronto soccorso poi torna a casa. Dobbiamo evitare che le persone mettano a repentaglio la propria salute e quella degli altri”.
Per Zaia, oggi, “Non è più un problema generale di sanità ma dipende da ogni cittadino. Purtroppo in alcuni manca il senso civico e in altri c'è il totale negazionismo dell'evidenza e il risultato è quello che dobbiamo arrivare alle restrizioni”.