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Case Itea, le leggi del “sovranismo regionale” bocciate dai tribunali: “Ripristinare subito la legalità”
Anche il Friuli-Venezia Giulia si è visto bocciare la sua norma “sulle case Itea” che di fatto escludeva dall’edilizia agevolata gli stranieri. L’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione: “La Regione metta rapidamente fine a questa situazione illegittima attenendosi all’ordine del Tribunale, ripristinando immediatamente la legalità”

TRENTO. Le Giunte che guidano Trentino, Abruzzo e Friuli-Venezia Giulia d’ora in avanti avranno un elemento in più in comune, infatti non solo sono tutte a maggioranza leghista ma nell’arco di alcuni mesi si sono viste bocciare i rispettive provvedimenti che introducevano nuove regole (pensate per colpire gli stranieri) sui criteri d’accesso all’edilizia agevolata o sostegni economici per famiglie in difficoltà.
Il primo a muoversi era stato il Tribunale di Trento definendo “incompatibili con il principio della parità di trattamento” e “discriminatori” i criteri varati dalla Giunta Fugatti. Poi era stata addirittura la Corte Costituzionale a squalificare le norme abruzzesi. Infine è stata la volta del Tribunale di Udine che ha recentemente condannato l’amministrazione friulana a modificare il Regolamento regionale per il sostegno al contributo economico degli affitti, mentre il comune di Udine dovrà inserire in graduatoria i cittadini stranieri esclusi per mancanza della documentazione illegittimamente prevista.
Non solo perché i giudici del tribunale hanno accolto anche la richiesta di rimuovere la “discriminazione collettiva” presentata da Martino Benzoni, Anna Cattaruzzi, Alberto Guariso e Dora Zappia, gli avvocati dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione che hanno seguito il ricorso per conto di 5 cittadini stranieri. Pertanto la sentenza avrà effetto su tutti i Comuni friulani che hanno adottato il regolamento.
Questa è la terza bocciatura di fila per il “sovranismo regionale” che, utilizzando l’escamotage di voler verificare la consistenza dei patrimoni immobiliari nei Paesi d’origine dei cittadini stranieri, di fatto gli escludeva per via dell’impossibilità di reperire i documenti richiesti. Un’impossibilità oggettiva, così come certificato da Ministero del Lavoro e Ministero degli Esteri.
“Secondo il Tribunale – sottolinea Melting Pot Europa, progetto di comunicazione che si occupa in particolare delle migrazioni – visto che il requisito in questione è, sia per gli italiani che per gli stranieri, l’inesistenza di immobili in proprietà in qualsiasi parte del mondo, è irragionevole e discriminatorio richiedere al solo straniero documentazione ulteriore rispetto all’Isee sul quale tutti, italiani e stranieri, devono indicare le proprietà immobiliare all’estero, sottoponendo la dichiarazione alla verifica della Agenzia delle Entrate”.
Alla luce della sentenza l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione si auspica che la Regione “metta rapidamente fine a questa situazione illegittima attenendosi all’ordine del tribunale, ripristinando immediatamente la legalità e ammettendo quindi al beneficio italiani e stranieri a parità di condizioni”. Nel frattempo in Trentino si attende il pronunciamento della Corte di Appello sul ricorso presentato dalla Pat, fin qui uscita sempre con le ossa rotte dalle aule di tribunale.