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Coronavirus, con il nuovo Dpcm del 16 gennaio la riapertura degli impianti sciistici potrebbe slittare ancora e si valutano nuove strette alla mobilità

A Roma si discute delle misure che dovrebbero entrare in vigore dal 16 gennaio, data del prossimo Dpcm per fronteggiare l'emergenza Covid-19. In agenda anche la proroga dello stato di emergenza al 30 aprile. Sono ancora diversi i nodi da sciogliere e domani, lunedì 11 gennaio, è prevista una conferenza Stato-Regione per trovare gli accordi e una condivisione sulle misure per fronteggiare l'epidemia

Pubblicato il - 10 gennaio 2021 - 21:16

TRENTO. Gli impianti sembrano destinati a restare chiusi anche dopo lunedì 18 gennaio. Questo quanto sembra emergere dal vertice di governo di queste ore. Restano le restrizioni già in vigore, mentre diventano più severi i parametri per i collocamenti delle Regioni nelle diverse colorazioni. In via di conferma anche il coprifuoco. Anche la mobilità tra zone gialle potrebbe subire una stretta. A Roma si discute delle misure che dovrebbero entrare in vigore dal 16 gennaio, data del prossimo Dpcm per fronteggiare l'emergenza Covid-19. In agenda anche la proroga dello stato di emergenza al 30 aprile.

 

Diverse le ipotesi sul tavolo, compreso l'introduzione della zona bianca con Rt inferiore a 0,5. Si valuta anche l'entrata automatica in zona rossa in base all'incidenza (se si superano i 250 casi settimanali ogni 100 mila abitanti) e le zone arancioni in tutta Italia durante i week end fino a fine mese. Sono ancora diversi i nodi da sciogliere e domani, lunedì 11 gennaio, è prevista una conferenza Stato-Regione per trovare gli accordi e una condivisione sulle misure, mentre il ministro Roberto Speranza intende illustrare alle camere il Dpcm nella giornata del 13 gennaio.  

 

Un altro argomento è quello della scuola, poche le Regioni già partite con le lezioni in presenza al 50% alle superiori (Trentino e Alto Adige), poche quelle intenzionate a riportare gli studenti in classe da domani.

 

L'incidenza dei casi mette 5 Regioni a rischio. In caso di abbassamento dei parametri il Veneto (454,31) andrebbe in zona rossa, mentre Emilia Romagna, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Marche sono sopra 200. Nessuna Regione sotto la soglia dei 50 casi ogni 100 mila abitanti, il dato migliore è della Toscana a 78,95.

 

Probabile la chiusura ancora di palestre e piscine (c'è in programma però un incontro tra il ministro Vincenzo Spadafora e il Cts), così come degli impianti sciistici. I musei invece potrebbero ripartire nelle zone gialle. C'è la misure anti-movida per impedire gli assembramenti in strada e il governo pensa di vietare l’asporto di cibi e bevande dai bar dopo le 18. Un provvedimento che non dovrebbe riguardare i ristoranti. Tutti temi e ipotesi che verranno approfonditi con le Regioni.

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