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NaturaSì paga i tamponi ai dipendenti senza vaccino, Burioni: ''Con me hanno chiuso. Se lisci il pelo ai novax devi mettere in conto di perdere clienti''

La decisione del gruppo che conta circa 2.700 dipendenti sta facendo discutere anche perché è stata tutta incentrata sul concetto di ''difesa della libertà individuale'' che in una pandemia mondiale non è proprio la miglior formula per uscirne

Di L.P. - 22 settembre 2021 - 16:20

TREVISO. Tamponi pagati dall'azienda per i dipendenti no-vax. Questa la scelta del gruppo NaturaSì che qualche giorno fa ha fatto molto scalpore su scala nazionale dimostrando che esistono imprese pronte a garantire comunque la presenza dei suoi lavoratori anche se non vaccinati e se espongono il resto della comunità al contagio.

 

E allora ecco la presa di posizione del virologo Roberto Burioni che su Twitter ha spiegato: ''Se una catena di supermercati liscia il pelo ai novax deve mettere in conto di perdere i clienti che hanno fatto il proprio dovere di cittadini vaccinandosi. Con me NaturaSì ha chiuso''.

 

Un pensiero che, senza dubbio, verrà fatto anche da tanti altri cittadini dopo che l'azienda con sede a San Vendemiano (Treviso) ha comunicato ai suoi dipendenti l'intenzione di perseguire in senso contrario alla direzione promossa dalla politica del green pass che serve, prima di tutto, a spingere sempre più persone a vaccinarsi per cercare di abbattere, finalmente, la circolazione del virus.

 

Per questo l'idea dei tamponi gratuiti era irricevibile e per questo la scelta di NaturaSì, pur legittima e da un certo punto di vista anche nobile, non va nel senso di aiutare la collettività. "Provvederemo a contribuire al costo dei tamponi richiesti dalla legge", ha scritto il presidente del gruppo che oggi conta circa 2.700 dipendenti Fabio Brescacin, in una lunga lettera inviata a tutti i collaboratori sottolineando, proprio questo concetto: "Di una cosa siamo certi, la libertà individuale". 

 

"Cerchiamo di difendere la libertà individuale - ha sottolineato Brescacin - con tutte le nostre forze, per non entrare nel meccanismo di lotta e divisione tra le persone che questa situazione sta innescando. Siamo in un'epoca in cui ogni persona ha la possibilità ed il dovere di decidere della propria vita e della propria responsabilità nei confronti di se stesso, della natura e della comunità umana". Dimenticando che siamo in un'epoca totalmente diversa da quella di un anno e mezzo fa e oggi il senso di condivisione e solidarietà sono ancor più importanti perché in una pandemia la libertà di ogni persona è connessa con quella dell'altra a livello esponenziale. 

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