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No vax tra gli operatori delle Rsa, la maggior parte rientra nella fascia tra i 20 e i 39 anni: ''Tra i dubbi quelli legati allo stato di gravidanza''
Tra le varie perplessità espresse da coloro che temono la somministrazione del vaccino sono quelle legate allo stato di gravidanza, o alla volontà di pianificare un concepimento. L'Azienda sanitaria, seguendo anche le indicazioni nazionali, ha ribadito che la vaccinazione è anzi raccomandata in questi casi, a protezione sia della gestante che del nascituro

TRENTO. Una campagna di sensibilizzazione verso tutti gli operatori delle Rsa per far conoscere il più possibile l’opportunità della vaccinazione in gravidanza e nelle attività professionali in generale, un’attività di comunicazione alla quale sta lavorando l’Ufficio stampa provinciale assieme all’assessorato e ad Apss.
E' questo uno dei punti che sono stati al centro del tavolo di confronto che si è tenuto quest'oggi tra Provincia, Upipa e Spes per monitorare la situazione del personale nelle Aziende per i servizi alla persona e nelle Rsa trentine, con particolare riguardo alle situazioni di criticità legate alla presenza di operatori non vaccinati.
Dal confronto tra i vari soggetti intervenuti è emerso come la situazione organizzativa e relativa alla copertura dei turni nelle diverse Rsa sia sostanzialmente sotto controllo e non presenti criticità particolari.
Ad oggi, la maggior parte dei professionisti non vaccinati rientra nella stessa fascia di età di quella della popolazione generale, cioè tra i 20 e i 39 anni.
Tra le varie perplessità espresse da coloro che temono la somministrazione del vaccino sono quelle legate allo stato di gravidanza, o alla volontà di pianificare un concepimento.
L’Azienda sanitaria, seguendo anche le indicazioni nazionali, ha ribadito che la vaccinazione è anzi raccomandata in questi casi, a protezione sia della gestante che del nascituro.