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Oss 'trasformati' in infermieri? Pedrotti: ''Fermamente contrari, si pone a serio rischio la persona assistita''

In Veneto è già stato deciso con l'istituzione degli Operatori Socio Sanitari con Formazione Complementare. La decisione sta nella mancanza di personale infermieristico soprattutto nelle strutture per anziani. L'Ordine degli infermieri di Trento, in via preventiva, ha espresso la propria posizione 

Di GF - 09 aprile 2021 - 15:39

TRENTO. “Rappresenterebbe uno screditamento e vogliamo esprimere la nostra contrarietà all’attribuzione di competenze proprie dell’infermiere ad altre figure”. L'Ordine degli Infermieri del Trentino ha deciso nelle scorse ore di mettere nero su bianco, in via preventiva, la propria posizione sull'eventuale attribuzione di funzioni infermieristiche al personale Oss.

 

Lo ha fatto perché ad inizio aprile la Regione Veneto ha pubblicato una delibera con cui istituisce di fatto gli Operatori Socio Sanitari con Formazione Complementare. Figure che potranno effettuare manovre e procedure proprie dell’Infermiere. Tutto questo grazie ad un corso supplettivo di 300 ore rispetto alla qualifica già conseguita per diventare Oss.

 

La decisione ha fatto nascere numerose polemiche in tutta Italia. Il Veneto, era stato spiegato dall'assessora alla Salute Lanzarin, ha in formazione circa 1200 infermieri ma con un fabbisogno di almeno 3 mila. Per l'anno prossimo dai corsi di laurea ne arriveranno circa 1500. Un numero questo che non copre le necessità. Per questo si è pensato alla figura degli Oss specializzati.

 

La situazione in Trentino non molto diversa. Anche sul nostro territorio si registra da ormai diversi anni la necessità di personale infermieristico. Soprattutto nelle Rsa questa mancanza si è fatta molto sentire nel corso della pandemia.

 

L’assistenza infermieristica è necessaria ed insostituibile con un fabbisogno in costante aumento, considerati i bisogni di salute sempre più complessi e ad alta valenza sanitaria, in particolare degli anziani e delle persone fragili ospiti in Strutture Residenziali e Semiresidenziali.

 

E' indispensabile che la risposta ai bisogni di salute e di assistenza dei cittadini – ha scritto nella lettera il presidente dell'Ordine degli Infermieri Daniel Pedrotti - preveda standard quantitativi e qualitativi adeguati di professionisti ed operatori sanitari a garanzia della tutela della salute quale fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività come sancito dall’articolo 32 della Costituzione”

 

Ecco allora che senza nulla togliere al supporto prezioso e indispensabile che gli Oss hanno dato e stanno dando nell’assistenza dei pazienti, “Non è ammissibile – spiega Pedrotti - nemmeno per brevi periodi di tempo, nell’emergenza della pandemia e con una formazione complementare, attribuire ad altre figure professionali competenze proprie dell'infermiere, ponendo a serio rischio sia la persona assistita che gli stessi operatori e configurando anche profili di dubbia legittimità e responsabilità professionale”.

 

L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Trento ha già più volte evidenziato formalmente all’Assessorato alla salute, la non adeguata dotazione di personale infermieristico nelle Rsa, così come l’elevato turnover di infermieri e la costante difficoltà di reclutamento. “Risulta fondamentale – spiega sempre Pedrotti - investire sull’attrattività dell’assistenza all’anziano anche in questi contesti di cura. E' importante quanto prima attivare un tavolo di confronto che coinvolga tutti gli attori per delineare assieme strategie condivise a tutela della salute dei cittadini, della sicurezza dei professionisti sanitari e per la valorizzazione concreta della qualificazione universitaria e delle competenze degli infermieri

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