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Richiedente asilo lasciato per strada dal sistema d’accoglienza trentino: il giudice ordina di aprire un’indagine
La denuncia dell’Assemblea Antirazzista: “Un richiedente asilo è stato escluso dal sistema d’accoglienza trentino, lasciato sulla strada, senza alcuna motivazione, né risposta”. Il Gip ordina alla Procura (che aveva chiesto l’archiviazione) di aprire un’indagine

TRENTO. Non una vittoria, ma per l’Assemblea Antirazzista di Trento si tratta sicuramente di un importante passo in avanti, si potrebbe riassumere così la vicenda che vede coinvolto un richiedente asilo che si è visto negare l’accesso al sistema di accoglienza in Trentino.
Per entrate nel dettaglio l’Assemblea Antirazzista di Trento da tempo segue il caso di un cittadino di origine afgana che rientra nei cosiddetti “dublinati”, cioè quei richiedenti asilo che dopo essere riusciti a raggiungere l’Italia (dove sono identificati con impronte digitali e foto) superano il confine per ricongiungersi ad amici e parenti in altri Paesi europei. Talvolta però, capita che durante i controlli vengano riconosciuti e riportati in Italia o comunque nello Stato dove sono stati identificati la prima volta.
Nella vicenda in questione, spiega l’Assemblea Antirazzista di Trento “il richiedente asilo invece di essere accolto nel sistema d’accoglienza trentino, e anche a seguito di una sua richiesta scritta, fu lasciato sulla strada dalle Autorità preposte all’accoglienza, senza alcuna motivazione, né risposta”. Secondo gli attivisti questa sarebbe solo la punta dell’iceberg, nonché “l’emblema di una prassi illegittima che ancora oggi vede gravi ritardi nella procedure di accoglienza dei richiedenti asilo che giunti autonomamente in Trentino non riescono nei tempi stabili dalla normativa né a formalizzare l’istanza di protezione né a entrare in un centro di accoglienza”.
All’epoca il cittadino afgano, assistito dall’avvocato Giovanni Guarini del Foro di Rovereto, aveva presentato un ricorso denunciando al contempo ignoti per omissione di atti d’ufficio.
La Procura dal canto suo aveva chiesto l’archiviazione del procedimento, affermando che il fatto denunciato era “meramente politico”. Una richiesta che però è stata respinta. Nell’opposizione si sottolinea come che le Autorità abbiano il preciso dovere, senza alcuna discrezionalità (come previsto dalla normativa italiana ed europea) di accogliere il richiedente asilo “dublinato” e non lasciarlo sulla strada, mettendo in tal modo a rischio la salute e la vita dello stesso.
Il Giudice per le indagini preliminari pertanto ha ordinando alla Procura di Trento di effettuare ulteriori indagini per individuare chi curò la pratica di richiesta di accoglienza del cittadino straniero e per capire quali provvedimenti erano stati assunti a tutela del richiedente. Ora la Procura avrà un anno di tempo per effettuare queste indagini, al termine delle quali dovrà pronunciarsi chiedendo ancora l’archiviazione oppure individuando e accusando i responsabili.