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Vaccino anti-Covid, Palù: "Per anziani e fragili ci vuole terza dose. Oggi tempo d'incubazione 48 ore e indice contagiosità raddoppiato"
La carica virale della variante Delta nelle prime vie respiratorie è “da 100 a 1000 volte superiore rispetto a quella prodotta dal ceppo originario di Wuhan” dice il presidente di Aifa e membro del Cts Giorgio Palù, il tempo d'incubazione si è ridotto a 2 giorni e alcuni studi parlano di un aumento delle ospedalizzazioni: “Credo che a questo punto la terza dose a più anziani e fragili si imponga”

TRENTO. Campagna vaccinale, il presidente di Aifa: “A questo punto credo che la terza dose a più anziani e fragili si imponga, come per la maggior parte dei vaccini. L'anti-influenzale? Si potrebbe accoppiarlo alle categorie che saranno individuate”. Il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco e membro del Comitato tecnico scientifico Giorgio Palù ha rilanciato l'ipotesi di una terza somministrazione in un'intervista a Repubblica: “Con la variante Delta carica virale molto più alta e più ospedalizzazioni rispetto alla Alfa".
Il tempo d'incubazione in particolare, ha spiegato il professore al quotidiano romano, rispetto al ceppo originario di Wuhan si è praticamente dimezzato (“da 4-5 giorni a 2”) e la carica virale da 100 a 1000 volte superiore nelle prime vie respiratorie. Un insieme di fattori che ha raddoppiato l'indice virale R0 (indice di contagiosità) medio da 2,5 a 5. “Questo vuol dire – ha dichiarato Palù – che una persona che prima ne contagiava poco più di due adesso ne contagia cinque”.
Alcuni studi britannici hanno addirittura descritto un aumento delle ospedalizzazioni rispetto alla variante Alfa, ha detto il presidente di Aifa, ribadendo quindi come più che concentrarsi sull'ottenere a livello nazionale l'immunità di gregge, bisognerebbe puntare sulla protezione dalla malattia grave (“che l'attuale vaccino conferisce ampiamente”) e quindi sul convincere gli indecisi. “L'obiettivo dell'80 per cento della popolazione vaccinata è sicuramente importante per il nostro Paese e per l'Europa – ha detto Palù a Repubblica – ma teniamo presente che nel mondo globalizzato i tre quarti delle persone non sono vaccinate ed è impensabile raggiungere una protezione assoluta”.
I dati arrivati da Israele dopo mesi dalla prima somministrazione testimoniano poi un riduzione dell'efficacia dei vaccini nel prevenire l'infezione (ma non nei confronti della malattia grave per la quale la protezione “rimane alta”). “Comunque credo che a questo punto – ha ribadito il presidente di Aifa – la terza dose a più anziani e fragili si imponga, come per la maggior parte dei vaccini”. Una possibilità che il Comitato tecnico scientifico aveva già consigliato “per gli immunodepressi, i trapiantati, i pazienti oncologici e i dializzati”, continua Palù. Da non dimenticare poi l'importanza del vaccino anti-influenzale, che potrebbe essere “accoppiato alla terza dose per le categorie che saranno individuate”, conclude il presidente di Aifa.