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Con l’aumento record dei costi dell’energia le imprese vanno fuori mercato: “Si rischia una crisi irreversibile”
L’allarme per i rincari in bolletta: “Quando si perdono clienti non per incapacità, ma perché i costi rendono insostenibile la produzione e la prospettiva di avere, a breve, migliaia di lavoratori a rischio”

VERONA. Come riportano anche in Trentino i titolari di diverse imprese, in questo momento a pesare sulle attività è in particolare l’imponente aumento del costo dell’energia (QUI approfondimento). L’allarme è stato lanciato pochi giorni fa anche dai sindacati, che ormai da tempo parlano delle difficoltà che il caro prezzi (con una crescita dei listini mediamente più alta nello scorso anno rispetto a quella nazionale) potrebbe portare a lavoratori e pensionati sul territorio provinciale in assenza di “adeguati benefici sociali”.
Il problema però riguarda tutta l’Italia, compreso il vicino Veneto. “Il grido di allarme degli industriali veneti è anche il nostro”, afferma Elena Donazzan, assessora regionale al Lavoro. “Con gli ultimi due incontri fatti con i rappresentanti del mondo manifatturiero e associazioni datoriali e con le associazioni sindacali, oggi si ravvisa l’urgenza ed emergenza di agire perché le bollette sono già arrivate”.
L’assessora parla di “una questione di vita o di morte anche sul fronte occupazionale” per questo si chiede al Governo di intervenire. D’altra parte l’aumento del prezzo dell’energia con pesanti ricadute sul sistema produttivo e delle imprese. “Il lato più preoccupante è che le nostre imprese, in questa situazione, vanno fuori mercato ed entrano in una crisi che rischia di essere irreversibile”, aggiunge Donazzan.
“Quando si perdono clienti non per incapacità – ma perché i costi rendono insostenibile la produzione sottolinea l’assessora – si va verso la perdita di capacità produttiva e la prospettiva di avere, a breve, migliaia di lavoratori a rischio espulsione. Il dato occupazionale e quello produttivo oggi sono inscindibili”.