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Orsi e lupi rischiosi per il soccorso alpino? ''Un'assurdità come poche. Chiediamo le dimissioni del dirigente della Protezione civile De Col''

Sulla vicenda interviene il comitato ambientalista Trentino che annovera le principali sigle di tutela dell'ambiente commentando l'assurdità del provvedimento annunciato dal dirigente provinciale De Col. Inserire orsi e lupi nelle categorie di rischio per limitare gli interventi di soccorso, infatti, non è suffragato da nessun dato scientifico (una decina di incidenti, uno mortale, in tutta Italia in 20 anni a fronte di 2.800 morti in montagna solo negli ultimi 5 anni per i ''normali'' pericoli che ci sono in quota): ''L'ennesima azione di propaganda politica, stavolta pure a discapito della salute e sicurezza di persone che potrebbero avere bisogno di aiuto''

Di Luca Pianesi - 05 giugno 2023 - 16:26

TRENTO. ''Non mettiamo in dubbio le conoscenze di De Col in merito al funzionamento della Protezione Civile, ma se la gestione della fauna selvatica è da tempo ormai sotto la sua guida, ne chiediamo allora le dimissioni per palese incompetenza". Così il coordinamento ambientalista del Trentino che annovera tra le sue fila Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, Pan-Eppaa e Wwf. Il tema è quello che sta tenendo banco da qualche giorno: l'uscita del dirigente provinciale del Dipartimento di Protezione civile, foreste e fauna della Provincia di Trento Raffaele De Col ha fatto sapere che presto sarà adottato un nuovo protocollo che inserirà la presenza di lupi e orsi tra le categorie di rischio per decidere se intervenire o meno in alcune zone di notte.

 

Una notizia rimbalzata su vari organi di informazione dopo un'intervista allo stesso De Col sull'Adige intitolata "Con orsi e lupi stop ai soccorsi di notte" ma che, come spiegato oggi a il Dolomti dal presidente del Soccorso alpino Trentino Walter Cainelli, in realtà è risultata essere ridimensionata nella sua portata: non uno stop ai soccorsi di notte ma piuttosto una valutazione di intervento alla luce di un parametro ulteriore, quello relativo alla possibile presenza di orsi e lupi nelle zone d'interesse.

 

Ma i numeri parlano chiaro: in 20 anni di presenza di orsi e ritorno dei lupi gli incidenti con i grandi carnivori totali sono stati meno di 10 di cui uno mortale. Solo l'anno scorso, invece, per i ''normali'' pericoli della montagna sono morte in Trentino 62 persone e 819 sono quelle rimaste ferite. In Italia sono stati 504 morti in montagna. Se poi si allarga lo sguardo e si analizzano gli ultimi 5 anni, dal 2017 al 2022 i morti in montagna sono stati più di 2.800. Insomma è evidente che i pericoli in montagna ci sono già senza scomodare i grandi carnivori. 

 

"Siamo alla follia - commentano dal coordinamento animalista del Trentino - l'ennesima azione di propaganda politica, stavolta pure a discapito della salute e sicurezza di persone che potrebbero avere bisogno di aiuto. Non possiamo fare a meno di rispondere all'ennesima decisione improvvida dei vertici della Provincia di Trento, in merito ad un nuovo ed immotivato allarmismo provocato dalle dichiarazioni in particolare del titolare della gestione faunistica De Col, di cui ormai il coordinamento delle associazioni animaliste e ambientaliste trentine chiede ufficialmente le dimissioni, per manifesta incompetenza sul tema''.

 

"In contesti di ricerca con grande impegno di uomini e mezzi la fauna selvatica di qualsiasi specie si tiene molto distante da movimenti che percepisce come un pericolo: viceversa, donne e uomini del soccorso alpino quotidianamente mettono anche eroicamente a repentaglio le proprie vite per salvarne altre, in condizioni infinitamente più rischiose di quelle che la fugace presenza di orsi e lupi crea, a qualsiasi ora del giorno e della notte - prosegue il comitato -. Il desiderio di limitare gli interventi notturni a causa della presenza dei grandi carnivori è una assurdità come poche, prima di tutto per la sua inapplicabilità pratica: quando inizia e finisce la notte? Se è nuvoloso e fa buio prima, in estate e in inverno? Che succede poi a chi fa i censimenti notturni della fauna selvatica? E a chi pratica la caccia al cinghiale in ore notturne? Per non parlare delle escursioni organizzate in notturna: anche queste attività verranno fermate? Bloccare tutto questo rappresenterebbe una utile soluzione solo a chi non aspetta altro che usare questi pretesti per fare propaganda sulle libertà delle persone e sulla pelle della fauna selvatica, per distrarre dalle proprie oggettive colpe: la mancata formazione ed informazione della popolazione è un fatto che dovrebbe essere affrontato di petto approvando un piano di comunicazione serio, e non perdendo tempo con futili proclami''.

 

''Dopo questa ultima pericolosa idea di De Col - concludono gli ambientalisti - e dopo la fallimentare gestione della fauna selvatica portata avanti con errori grossolani, anche se la colpa pare sempre essere degli altri, riteniamo quindi che le dimissioni siano un atto dovuto''.

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