De Guelmi: “Fermare le operazioni di soccorso per orsi e lupi sarebbe un’assurdità”. Pinter: “Così si ridicolizza il soccorso alpino”
Dopo le modifiche annunciate da De Col, il duro commento dell’ex veterinario (per oltre quarant’anni in servizio nel soccorso alpino) Alessandro De Guelmi: “Se qualcuno pensa davvero che non si debbano effettuare soccorsi per il rischio di incontrare lupi e orsi abbandonando persone che si trovano in pericolo, dovrebbe avere l’umiltà di chiedere scusa e andarsene”. L’ex responsabile del Gruppo tecnico cinofilo: “Mi auguro che il soccorso alpino si smarchi da queste esternazioni che contribuiscono ad alimentare un clima di vera e propria psicosi”
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TRENTO. Sta generando non poco scalpore l’annuncio da parte del dirigente della Protezione civile, foreste e fauna della Provincia di Trento, Raffaele De Col, che ha fatto sapere che alla luce della presenza di lupi e orsi saranno adottati nuovi protocolli per i soccorritori impegnati nelle operazioni notturne.
“Le ricerche non saranno necessariamente sospese – ha spiegato De Col – ma qualora non ci fossero le condizioni, magari perché in una determinata area e in un certo periodo della stagione gli orsi sono particolarmente attivi, non metteremo in pericolo la sicurezza dei soccorritori. Il problema riguarda soprattutto le zone frequentate dai lupi dove i cani da ricerca non possono essere lasciati liberi perché c’è il rischio che vengano aggrediti”. Se è vero che le operazioni non saranno sospese in maniera automatica e che le valutazioni si faranno “caso per caso” la Provincia ha comunque voluto mandare un messaggio che sta facendo molto discutere.
“È una delle cose più assurde che abbia mai sentito”, commenta Alessandro De Guelmi, l’ex veterinario che per anni è stato responsabile della sedazione degli orsi durante le operazioni di cattura in provincia di Trento. De Guelmi, oggi in pensione, vanta 42 anni di servizio nel soccorso alpino, di cui 12 come responsabile della stazione della Valle di Ledro. “Se qualcuno pensa davvero che non si debbano effettuare soccorsi per il rischio di incontrare lupi e orsi, abbandonando persone che si trovano in pericolo, dovrebbe avere l’umiltà di chiedere scusa e andarsene. Significa che non è in grado di garantire la sicurezza delle persone”.
D’altra parte anche la giustificazione sollevata da De Col, che riguarda il rischio per i cani da ricerca di essere aggrediti dai lupi non convince. “I soccorritori non si muovo mai da soli e i cani lavorato a stretto contatto con gli operatori, l’attività di ricerca in montagna si fa sempre in gruppi”, dice De Guelmi che in passato ha dovuto affrontare diverse situazioni di estremo pericolo ma come tutti i soccorritori non si è mai tirato indietro.
Dello stesso avviso anche Giuseppe “Bepi” Pinter, per 43 anni volontario del soccorso alpino che assieme al fedele Baloo ha accumulato un decennio di operazioni sul campo nella ricerca persona, sia in superficie che nei casi di valanga. “I cani sono quasi sempre controllati a vista e, anche quando spaziano, tutto si svolge in un contesto e in un ambiente caratterizzato da voci, suoni, luci e rumori che costituiscono di per sé un indubbio deterrente. In una ricerca organizzata non si è mai soli, come soccorritori sappiamo che il rischio zero non esiste altrimenti non dovremmo mai intervenire”.
Pinter per nove inverni ha prestato servizio nel Nucleo elicotteri della Provincia di Trento come unità cinofila da valanga e per tre anni è stato il responsabile del Gruppo tecnico cinofilo del soccorso alpino Trentino. Nel 2009 quattro tecnici del soccorso alpino rimasero uccisi da una valanga mentre erano impegnati nelle operazioni di ricerca per due turisti dispersi in val Lasties. “Con uno di loro facevamo i turni in eliporto – ricorda l’ex soccorritore – il rischio fa parte di questa attività ma pensare di limitare i soccorsi per via della presenza di lupi e orsi rischia di ridicolizzare il servizio. Mi auguro – conclude Pinter – che il soccorso alpino si smarchi da queste esternazioni che contribuiscono ad alimentare un clima di vera e propria psicosi che non hanno nulla da spartire con la serietà, la professionalità e la concretezza di questa grande istituzione”.