Stop ai soccorsi con lupi e orsi? No, basterà “fare rumore, parlare e tenere i cani al guinzaglio”. Ecco le “nuove” regole che sono servite più alla politica che agli operatori
Se all’inizio sembrava che le nuove regole annunciate dirigente della Protezione civile, Raffaele De Col, dovessero rivoluzionale i soccorsi alla fine la montagna ha partorito il classico topolino. Le novità? Sarà attivata anche la forestale, poi spiegano dalla Provincia “sarà importante fare rumore, parlando ad esempio ad alta voce e tenere il cane a una distanza tale da garantire un buon compromesso tra operatività e riduzione del rischio di incontro”
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TRENTO. Leggendo le nuove regole per “le attività di supporto alle squadre di ricerca persone operanti in contesti caratterizzati dalla presenza di grandi carnivori” verrebbe da dire che la montagna ha partorito il classico topolino. Sì, perché le dichiarazioni del dirigente della Protezione civile, foreste e fauna della Provincia di Trento, Raffaele De Col, che riferendosi a orsi e lupi sosteneva “non metteremo in pericolo la sicurezza dei soccorritori”, hanno avuto il solo effetto di sollevare un vespaio di polemiche.
Le nuove “regole” coinvolgono effettivamente tutti gli operatori chiamati in causa durante le attività di ricerca per le persone scomparse. Quindi i vigili del fuoco, la Scuola provinciale cani da ricerca e catastrofe, il soccorso alpino, la Croce Rossa, gli Psicologi per i popoli, la protezione civile degli Alpini (Nu.Vol.A) e l’Unità operativa Trentino emergenza 118. Le direttive sono state inviate da De col pure ai dirigenti dei vari Servizi: Antincendi e protezione civile, Faunistico, Forestale, Prevenzione rischi e Cue e per conoscenza al presidente della Provincia Maurizio Fugatti.
Dopo una lunga premessa (sulla quale torneremo più avanti) si spiega che “si intende fornire un valido strumento di supporto alle strutture operative di protezione civile che siano impegnate nella ricerca di persone disperse in ambienti non urbani caratterizzati dalla presenza di grandi carnivori”. Una presenza, si legge nel documento, “che comporta un fattore di rischio per le strutture attivamente impegnate nelle ricerche – e che per questo richiede – un’adeguata pianificazione delle procedure da seguire e dei comportamenti da tenere”.
Con le nuove direttive gli operatori impegnati nella ricerca di persone in ambiente non urbano dovranno prestare particolare attenzione a quelle zone dove è stata accertata la presenza dei grandi carnivori, soprattutto per quelle attività svolte in presenza di cani da ricerca lasciati liberi. Ciò significa che in tutto il Trentino si dovrà considerare la presenza del lupo mentre gli orsi sono “confinati” alla parte occidentale della provincia. Il documento spiega inoltre che “in situazioni definite come ‘critiche’ dovrà essere salvaguardata la sicurezza degli operatori, ben coscienti che le modalità di ricerca e soprattutto la rapidità della stessa potranno subire delle modifiche”. Detto questo la Provincia sottolinea che episodi di aggressività da parte degli orsi, con atteggiamenti difensivi, si manifestano raramente: di solito quando l’esemplare è colto di sorpresa e principalmente se si tratta di femmine di orso accompagnate da cuccioli.
Da qui l’invito ad adottare una serie di comportamenti per minimizzare il rischio di incontri, come: segnalare la propria presenza facendo rumore (anche semplicemente parlando); tenere il cane al guinzaglio; non attirare gli animali selvatici in alcun modo; non lasciare rifiuti alla portata dei selvatici. “Nelle fasi legate alla ricerca – si sottolinea nel documento – i primi due accorgimenti sono fondamentali. Pertanto è importante fare rumore, parlando ad esempio ad alta voce e tenere il cane a una distanza tale da garantire un buon compromesso tra operatività e riduzione del rischio di incontro”.
Inoltre si specifica che nelle zone di presenza dell’orso è fondamentale sapere che i periodi di maggiore attività sono quelli primaverili, estivi e autunnali mentre le ore di in cui i plantigradi sono più attivi sono concentrate all’alba (tra le 5 e le 8) e all’imbrunire (tra le 18 e le 22). In sostanza sono queste le “nuove” indicazioni per chi sarà impegnato nelle operazioni di soccorso (a cui va aggiunta la richiesta fatta al Ministero dell’Interno di dotare gli operatori dello spray anti-orso).
Infine, per minimizzare ulteriormente i rischi, in tutte le occasioni in cui sarà attivata una ricerca persona in ambiente non urbano, sarà mobilitato pure il Corpo forestale Trentino che dovrà confrontarsi e rapportarsi con il coordinatore dell’evento. Di fatto è questa l’unica “grande” novità: alla forestale viene aggiunto il compito di intervenire nell’attività di protezione civile e pubblico soccorso. In più, laddove si ritenga probabile la presenza di orsi e insufficienti le attività preventive come il fare rumore, sarà possibile richiedere l’intervento della squadra della forestale con i cani da orso.

Tornando alle già citate premesse il paradosso è che queste vanno a smentire persino alcune delle dichiarazioni belligeranti fatte nelle scorse settimane dal presidente Fugatti e dallo stesso De Col. Innanzitutto si legge che ad oggi la popolazione di orsi è stimata in circa un centinaio di esemplari, e che, in media, ogni anno si registra la presenza di una decina di cucciolate, composte in genere da un paio di cuccioli. “Il trend della popolazione – mette nero su bianco la Provincia – è soggetto a un incremento medio del 10% e, progressivamente, a una lenta espansione dalle aree storiche di presenza della specie (Dolomiti di Brenta, Paganella, Gazza, Bondone) a quelle più periferiche”. Quindi nessuna crescita incontrollata o esponenziale.
Il documento smentisce anche una vecchia bufala divulgata da Fugatti, laddove ribadisce che il ritorno del lupo in Trentino, “spontaneo e senza alcun intervento diretto da parte dell’uomo” è riconducibile al 2013, quando in Lessinia si formò il primo branco composto da un maschio di origine slovena e una femmina proveniente dalle Alpi occidentali.
Non solo, perché persino il presunto numero massimo di grandi carnivori sopportabile dal territorio (per intendersi, quello sbandierato da Fugatti per giustificare trasferimenti e abbattimenti) può essere bollato come una fake news. Su questo punto le nuove direttive sono chiarissime: “Per entrambe le specie (orsi e lupi ndr), come per tutte le specie di animali selvatici, le popolazioni raggiungono quella che in ambito ecologico viene definita ‘capacità portante’, pertanto il numero non subirà un incremento infinito”.
A questo punto viene da chiedersi a chi abbia giovato il polverone provocato dalle anticipazioni fornire dal dirigente della protezione civile. “Se da un lato non vogliamo mettere in pericolo i nostri meravigliosi soccorritori da eventuali aggressioni, e se dall’altro non vogliamo pensare di non andare a cercare chi può trovarsi ferito e solo nel bosco, in balia di qualunque cosa, allora è necessario poter intervenire per ridurre il numero di grandi carnivori presenti nel nostro territorio. La sicurezza delle persone deve continuare a poter essere messa al primo posto”, concludeva la consigliera di maggioranza, Vanessa Masè, commentando le anticipazioni sulle nuove regole per le operazioni di soccorso. Insomma se è vero che le direttive non hanno rivoluzionato le procedure di soccorso di certo hanno offerto la possibilità ad alcuni politici di riportare lupi e orsi al centro della campagna elettorale.