Quando Fugatti raccontava la ''storiella del lupo'' (IL VIDEO). Il Wwf: ''Per dire queste cose o non si sa di che si parla o si è in cattiva fede''
Mentre il tema viene trattato dalla nuova giunta come fosse un problema di ''ordine pubblico'' torna a circolare un video di un intervento dell'attuale presidente. Il responsabile Specie e Habitat del Wwf Italia Marco Galverini smonta punto su punto quanto diceva Fugatti: ''Stiamo parlando di nozioni semplici e basilari''

TRENTO. ''E' una barzelletta quella che il lupo è arrivato spontaneamente, un bel giorno, su la Sega de Ala e si è riprodotto. Ora vi leggo la storiella dell'arrivo del lupo in provincia, come ce la raccontano''. Cominciava così l'attuale presidente della Provincia Maurizio Fugatti un suo intervento in consiglio provinciale sui lupi quando ancora sedeva tra i banchi dell'opposizione ed oggi è lui a dover affrontare il tema politicamente. Un intervento che in queste ore sta tornando a girare sui social visto scatenando indignazione e sgomento. ''Chi fa un discorso del genere o non sa assolutamente di che parla - spiega a ilDolomiti il responsabile Specie e Habitat del Wwf Italia Marco Galverini - o è in cattiva fede. Sono concetti elementari quelli messi in discussione dal vostro attuale presidente della Provincia, conoscenze base tutte documentate e documentabili in pochi secondi''.
Fugatti, infatti, con tono ironico cercava di spiegare che quella del lupo che dalla Slovenia è arrivato in Trentino e si è fermato sui Monti Lessini, dove ha trovato una femmina che proveniva dalle Alpi Occidentali, per riprodursi e costituire un suo branco sarebbe una bufala. Una ''storiella incredibile'' anche perché lui stesso è di Ala e ''io - spiega - non l'ho visto arrivare questo formidabile lupo dalla Slovenia''. Risatine, frasi in dialetto, allusioni sul fatto che quanto descritto da dirigenti provinciali ed esperti della Pat, sarebbe tutta una ''storiella'' inventata facendo desumere che per lui il lupo sarebbe stato reintrodotto da non si sa quale misteriosa organizzazione segreta e non avrebbe ripopolato i boschi di mezza Europa da quando è diventata specie protetta e quindi non viene sterminato.
''E' drammatico vedere queste immagini - prosegue Galverini studioso esperto di lupi e grandi carnivori - perché davvero mette in discussione le cose più semplici e basilari della questione. Non parliamo di questioni scientifiche difficili da capire o sapere. E' proprio l'Abc. Il lupo ogni giorno anche solo per cercare l'acqua o il cibo percorre circa 30 chilometri, anche quando è stabile nel branco. Ed è documentato a tutti i livelli che può affrontare lunghissimi spostamenti anche per centinaia e centinaia di chilometri. Soprattutto gli esemplari più giovani che escono dal branco spesso non si fermano finché non trovano un luogo adatto a loro e, soprattutto, una femmina. Di Slavc (questo è il nome del lupo trentino-sloveno) poi, sappiamo davvero tutto. E' stato radiocollarato dai ricercatori del reparto di biologia della Facoltà di Biotecnologie dell’Università’ di Lubiana prima di partire e quindi conosciamo tragitto, tempi, dove si è fermato e dove è passato. Sono cose inconfutabili''.
E la femmina proveniente dalle Alpi Occidentali? ''Quello è interessante per far riflettere - prosegue Galverini -. I lupi, infatti, sulle Alpi Occidentali sono tornati nei primi anni novanta ma hanno impiegato decenni per riuscire a raggiungere quelle Orientali per questioni legate all'antropizzazione delle montagne e alla geomorfologia delle stesse. Ma alla fine è successo. Tra l'altro semplifichiamo ancora. Il lupo segue la sua preda naturale che è il cinghiale. Dove tornano i cinghiali torna il lupo. Quindi è davvero triste vedere quello che era un consigliere provinciale e oggi è presidente della Provincia, parlare di storiella''.
Impossibile, quindi, che siano stati reintrodotti? ''Guardi a Yellowstone sono stati reintrodotti. E' stato un progetto durato un decennio, cinque anni solo per effettuare studi, analisi e approfondimenti sul campo e poi ce ne sono voluti altri 5 prima che diventasse pienamente operativo. Sono stati spesi migliaia e migliaia di dollari. Sarebbe stato impossibile fare lo stesso in segreto tra i boschi trentini. E' davvero un pensiero assurdo. Basarsi sulla propria esperienza personale per giudicare un fenomeno terzo per di più naturale, è davvero incredibile. Ci sono lupi italiani che sono arrivati sui Pirenei, in Baviera, lupi polacchi arrivati in Danimarca. Basta leggere e studiare qualcosina o farsi consigliare per evitare figure del genere''.
Ed ora (dopo il caso di Ala) la giunta Fugatti è pronta a trasformare la questione lupo in un ''problema di ordine pubblico'' da discutere con questori e commissari di governo. ''Non c'è nessun appiglio legale perché il lupo venga trattato come un problema di ordine pubblico in Trentino - completa il responsabile del Wwf - nessun essere umano è mai stato minacciato in alcun modo dalla sua presenza e i danni causati sono davvero di piccola entità (ricordiamo che nel 2017 sono stati quantificati in 46.000 euro in tutto il Trentino e meno di 10.000 in tutto l'Alto Adige cifre veramente bassissime). La Provincia di Trento in questi anni ha fatto un lavoro straordinario sul tema lupo. I branchi sono mappati, gli esemplari conosciuti, avete esperti e competenze sviluppate negli anni straordinarie. Mi auguro non buttiate via tutto''.
Quel che è certo è che da presidente della Provincia ora Fugatti potrà confrontarsi con quei dirigenti ed esperti che a suo parere erano stati autori della ''storiella del lupo sloveno di Ala'', andare a fondo e una volta scoperta la verità rivelare, poi, a tutta la sua comunità quale fantomatico piano si nasconde dietro il ritorno del lupo. Sarebbe bello lo riferisse in consiglio provinciale spiegando chi aveva mentito, chi si era sbagliato e chi stava raccontando la ''storiella'' e chi no.