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Il Trentino di Fugatti dichiara guerra agli orsi: 4 da abbattere, altri 50 da eliminare (VIDEO). ''Per troppo tempo si è pensato al benessere degli animali''

La Provincia ha deciso per l'abbattimento dell'orso che ha ucciso il 26enne Andrea Papi ma intende procedere per la rimozione di almeno altri 3 esemplari. Il presidente Fugatti: "Non ci preoccupa il metodo, per troppo tempo ci si è occupati del benessere degli orsi e ci si è dimenticati della convivenza delle comunità con i plantigradi, ora il percorso si inverte"

Di Luca Andreazza e Tiziano Grottolo - 08 aprile 2023 - 06:01

TRENTO. Non importa quale sarà l'orso ucciso, ma l'importante è abbatterli. Ci sono una cinquantina di esemplari di troppo. Un annuncio guidato dall'emozione per una grandissima tragedia che però travalica i confini delle leggi europee e nazionali. Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, annuncia  in conferenza stampa al Commissariato del Governo una sorta di guerra ai grandi carnivori (patrimonio indisponibile dello Stato), forse inattuabile se non in contrasto con le norme di tutela a livello internazionale e disciplinato anche all'articolo 9 della Costituzione.

 

La Provincia a trazione leghista avrebbe dovuto rivoluzionare la gestione dei grandi carnivori ma a oggi l'unico risultato che si ricordi è stato quello di farsi scappare M49 due volte, oltre a ridurre l'informazione verso la comunità. Per il resto tante chiacchiere a livello elettorale e una distanza enorme sul piano amministrativo. Ma intanto il governatore ha dichiarato guerra agli orsi. "Per troppo tempo determinati organi chiamati a dare risposta alle sollecitazioni dell'amministrazione provinciale si occupata del benessere degli orsi e ci si è dimenticati della convivenza delle comunità con i plantigradi, ora il percorso si inverte", le parole del presidente Maurizio Fugatti. "Non mi preoccupo del benessere degli animali e delle modalità di cattura: non mi preoccupo se i nostri organi dovessero sbagliare animale nel corso delle operazioni perché dobbiamo mettere in sicurezza le comunità". 

 

E' il momento del lutto ma anche delle reazioni. Operativamente si cerca di identificare l'orso: c'è un'area di sicurezza e monitoraggio tra Dimaro e Mostizzolo, ma l'area non è interdetta. Questa volta, in contrasto con la normale procedura, l'intenzione della Provincia non è quella di liberare gli orsi catturati e radiocollarati in attesa dell'esito delle analisi ma si vuole tenerli in custodia fino all'eventuale conferma con il test del Dna. Resta da capire quali strutture verranno attrezzate, qualora la capienza del Casteller non dovesse essere sufficiente. 

 

L'obiettivo successivo (previo parere di Ispra) è quello procedere con l'abbattimento di altri 3 orsi. "Il paese era scosso dalla morte di un giovane ragazzo, ora è molto arrabbiato: Caldes paga un prezzo molto alto", queste invece le parole del sindaco Antonio Maini. "Ci sono timore, ansia e paura per l'utilizzo dei boschi e dei luoghi di prossimità. L'ordinanza è concreta ma insufficiente per dare le dovute risposte: speriamo che le proposte del presidente Fugatti possano ottenere pareri positivi e risposte concrete e veloci".

 

L'autopsia ha confermato che Andrea Papi è morto dopo l'aggressione di un orso nei boschi di Caldes e la Provincia ha deciso per l'abbattimento. Questo l'ordine, si procede ora all'identificazione dell'esemplare che si è macchiato dell'uccisione del 26enne (un’operazione che potrà essere completata quando i laboratori della Fondazione Edmund Mach - alla quale sono stati affidati i reperti - identificheranno l’esemplare che ha compiuto l’aggressione, attraverso la genetica) e poi la volontà è chiara. "Un ringraziamento agli organi e alle strutture operative che in modo celere hanno portato a definire le cause morte - aggiunge Maini - un ringraziamento anche alla Provincia che in modo celere ha emesso un dispositivo di abbattimento".

 

Non solo, la scelta è quella di allargare il perimetro d'azione, rimozione di altri tre plantigradi: Mj5 che ha aggredito Alessandro Cicolini in val di Rabbi a inizio marzo; Jj4 autrice nel 2020 dell'aggressione a padre e figlio sul Monte Peller e al centro di una battaglia con la giustizia amministrativa (che aveva cassato la volontà della Pat) e M62, considerato problematico e monitorato da tempo per le incursioni nella zona di Andalo in cerca di cibo causando diversi danni, e segnalato con la sorella F43 (morta a settembre 2022 perché non aveva superato le fasi cattura per la sostituzione del radiocollare). 

 

"Le richieste del territorio sono l'eliminazione degli esemplari pericolosi", commenta Lorenzo Cicolini, presidente della Comunità della val di Sole. "Non si può dare una seconda possibilità agli orsi, attualmente il progetto Life Ursus è sfuggito di mano e i plantigradi sono troppi. Questa decisione rispecchia in pieno il volere dei territori e dei tredici sindaci. Ci sono dolore, sofferenza e rabbia per il tragico evento che colpisce la famiglia e la comunità della montagna. Non possiamo permetterci di perdere una seconda vita, siamo già andati oltre qualsiasi limite". Il giorno del funerale sarà indetto il lutto cittadino su tutto il territorio della Val di Sole.

 

Una grandissima tragedia quella che ha scosso il Trentino per la morte del 26enne e la reazione della Provincia che si è lasciata scappare in due occasioni M49 è scomposta e muscolare. Abbattimento dell'esemplare che ha ucciso Papi e aperta la caccia agli altri tre orsi ritenuti problematici. Il governatore ha informato il ministro competente delle scelte intraprese da parte di piazza Dante per le quali ci si attende "la collaborazione di Ispra".

 

"La Giunta venuta a conoscenza dell'esito delle operazioni peritali sul corpo di Andrea Papi - riprende Fugatti- ha comunicato al Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica di un provvedimento contingibile e urgente per la rimozione di un orso pericoloso per l'incolumità e la sicurezza pubblica. Il dispositivo prevede che il Corpo forestale dia seguito all'ordinanza, proseguendo il monitoraggio dell'area e procedendo nel più breve tempo possibile all'identificazione genetica dell'esemplare responsabile dell'aggressione e di procedere all'abbattimento. Eventuali esemplari catturati nelle operazioni possono essere custoditi in cattività in attesa della conferma genetica".

 

Nel mirino Mj5, Jj4 e M62. "Nel caso di Jj4 la Provincia aveva chiesto l'abbattimento con ordinanza - ricorda il governatore - non ci fu il parere positivo di Ispra ma avevamo inteso andare avanti comunque per i problemi di sicurezza, poi le sentenze dei tribunali amministrativi ci dissero che non potevamo intervenire: non abbiamo potuto farlo e in questa sede abbiamo informato le autorità di voler reiterare questa richiesta".

 

Per il presidente della Provincia il progetto Life Ursus avrebbe previsto massimo una cinquantina di esemplari (in realtà nel progetto si parla di almeno 40-60 esemplari nel giro di qualche decennio) e oggi siamo oltre i 100 esemplari "e noi intendiamo riportare a quei numeri il progetto nel rispetto alla convivenza uomo-grandi carnivori", conclude Fugatti.

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