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Coronavirus, Spinelli: ''Sosteniamo le imprese per aiutare gli addetti''. I sindacati: ''Solo chiacchiere, comprendiamo l'imbarazzo: Lega disinteressata a famiglie e lavoratori''

Un'altra presa posizione dura delle parti sociali, i quali hanno bocciato il ddl presentato a grandi linee dalla Provincia. Una replica di Cgil, Cisl e Uil che arriva dopo l'intervento di Spinelli per fornire alcune precisazioni sulla manovra anti-crisi di piazza Dante. Grosselli, Bezzi e Alotti: "Non siamo contrari a sostenere le imprese ma i numeri sbugiardano l'assessore"

Di Luca Andreazza - 26 aprile 2020 - 23:28

TRENTO.  "Sostenere il sistema delle imprese soprattutto quelle di dimensioni medio-piccole, circa 27 mila in Trentino per un totale di circa 100.000 addetti, vuol dire sostenere il lavoro", dice Spinelli. "Le chiacchiere dell'assessore non pagano l'affitto o la spesa dei lavoratori stagionali, dei precari e dei disoccupati", questa la risposta dei sindacati Cgil, Cisl e Uil.

 

Un'altra presa posizione dura delle parti sociali, i quali hanno bocciato il ddl presentato a grandi linee dalla Provincia (Qui articolo). Una replica che arriva dopo l'intervento di piazza Dante. "Non possiamo impostare una manovra sui soli aiuti - spiega Spinelli - fermo restando che il welfare trentino ha in sé gli strumenti necessari per aiutare i lavoratori sospesi dal lavoro e le loro famiglie a superare questa fase difficile, compresi quelli più esposti alle conseguenze della pandemia, lavoratori a tempo determinato, stagionali e così via".

 

Un rafforzamento dell'apparato produttivo per permettere alle persone di tornare a lavorare. "Percepiamo - dice Spinelli - che gli stessi lavoratori vogliono in primo luogo tornare al lavoro, e questo sarà possibile solo se 'curiamo' e rafforziamo le aziende. Non dimentichiamoci inoltre che lavoro e impresa generano gettito fiscale, quello di cui il Trentino, per i noti meccanismi di autofinanziamento dell'autonomia, ha grande bisogno, anche per reinvestirlo nelle misure di welfare". 

 

Si punta sulle imprese. "La Giunta provinciale - sottolinea Spinelli - con questo Ddl e anche con quello di fine marzo, ha puntato a iniettare risorse nell’economia trentina al fine di garantire il prosieguo o la ripresa delle attività produttive, soprattutto di medio-piccole dimensioni. Se queste imprese non avessero accesso al credito e se non potessero contare su qualche minimo aiuto a fondo perduto per sostenere i costi fissi di questo periodo di lockdown, è chiaro che l’effetto sarebbe devastante in primo luogo per i lavoratori e le loro famiglie".

 

In questo momento tanti sono in cassa integrazione. "Ma un domani potrebbero essere disoccupati, in cerca di un nuovo impiego senza un intervento. Vorrei però aggiungere che in questi giorni in Trentino letteralmente si 'respira' la volontà di tornare al lavoro - aggiunge Spinelli - naturalmente in condizioni di sicurezza, quelle che la Giunta vuole promuovere sostenendo le imprese che realizzeranno i necessari investimenti all'interno dei siti produttivi per prevenire i contagi. Nessuno vuole rimanere a casa perché un lungo periodo di inattività ha delle forti ripercussioni anche psicologiche. Gli aiuti alle imprese, inoltre, non verranno erogati senza vincoli: gli operatori economici devono infatti garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e il pagamento della catena dei fornitori, oltre a offrire delle garanzie sul fronte sanitario".

 

L'assessore ribatte anche sul confronto con Bolzano. "Ogni territorio si è dato in passato strumenti diversi. Ogni anno - continua Spinelli - la Provincia investe 80 milioni nell'assegno unico e con questa manovra abbiamo previsto l’aggiornamento degli importi per le famiglie più colpite dagli effetti della pandemia, ma sono anche stati stanziati altri 5 milioni, budget che potrà essere innalzato se necessario".

 

Una Provincia che aspetta risposte da Roma. "Questo nuovo ddl - ribadisce Spinelli - non costituisce comunque l'ultimo atto di questa manovra. Attendiamo le decisioni del Governo in materia di allentamento dei vincoli posti dall'accordo di Milano. Il quadro è ancora in via di definizione, l'importante è continuare a tracciare i contorni, confrontandoci ma senza generare polemiche inutili al nostro interno".

 

Pronta la replica dei sindacati. "Comprendiamo l’imbarazzo di Spinelli nel dover giustificare una manovra del tutto squilibrata - ribattono Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti - ma non serve provare ad arrampicarsi sugli specchi perché sono i freddi numeri e il confronto con i cugini altoatesini a sbugiardare l'assessore. Bolzano garantisce 20 milioni di euro agli stagionali del turismo e Trento 5 milioni. E se tutti i 15.000 stagionali trentini che oggi vivono solo con la disoccupazione o con l’intervento statale del Cura Italia chiederanno aiuto alla Provincia riceveranno in media 330 euro una tantum in attesa che il turismo riparta davvero".

 

Non solo. "A fondo perduto - aggiungono Cgil, Cisl e Uil - i piccoli imprenditori trentini riceveranno fino a 6.500 euro che sommati agli altri benefici potranno arrivare come minimo a 34.000 euro, senza dover dichiarare nulla, senza avere obblighi occupazionali reali, perché Spinelli stesso ha precisato che in base all'andamento del settore queste imprese possono pure licenziare. Dire poi che la Provincia investe 80 milioni di euro ogni anno omettendo che di questi soldi beneficiano allo stesso modo lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti è un altro tentativo di mascherare la realtà".

 

Capitolo tasse. "Bisognerebbe fare un serio confronto con quelle pagate dalle imprese e quelle alla fonte dei 190.000 lavoratori dipendenti ai quali la Giunta Fugatti ha aumentato le imposte. Siamo pronti a vedere il risultato. Non siamo mai stati contrari a sostenere le imprese in questo frangente e siamo stati i primi a chiedere maggiori linee di credito per garantire liquidità. Ma ci sono anche i lavoratori colpiti dalla crisi e le loro famiglie. E la Giunta nei fatti di loro si è completamente disinteressata", concludono Grosselli, Bezzi e Alotti.

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