Una collina fortificata: tra postazioni di fucileria e un dedalo di cunicoli, ecco il campo trincerato dell’Asmara
A Mori, nella frazione di Ravazzone, sorge una collina fortificata. L’esercito austro-ungarico, a partire dal gennaio 1915, cominciò infatti a costruire il campo trincerato dell’Asmara, posto a pochi passi dal fronte, in una zona di immediata retrovia. Fra un dedalo di cunicoli, trincee coperte e postazioni di fucileria, è possibile passare qualche ora. Ecco la sesta puntata della rubrica “Camminando nella Grande Guerra”, alla scoperta, con il Dolomiti e il Museo della Guerra di Rovereto, degli itinerari della Prima guerra mondiale in Trentino

MORI. A Nord di Mori, immersa fra i vigneti di località Foianeghe, la collina dell’Asmara ospita diverse opere difensive. Il visitatore, una volta arrivato nella frazione di Ravazzone, ha infatti la possibilità di addentrarsi in un campo trincerato reso visitabile grazie al prezioso lavoro della compagnia Schützen “Destra Ades”. Fra un dedalo di cunicoli, caverne adibite a riparo dei soldati e postazioni di fucileria, si può vedere l’orizzonte verso cui guardavano le truppe imperiali, a pochi passi da quel fronte – stabile ma sanguinoso – in cui combatterono per quattro lunghi anni con il Regio esercito italiano.

La visita alle trincee dell'Asmara richiede qualche ora. Nondimeno, gli aspetti d’interesse non mancano. Così come il Monte Faè (QUI l’articolo), il campo trincerato in questione si trovava nelle immediate retrovie del fronte e garantiva difesa e un luogo di ristoro per i soldati. Ravazzone, infatti, si trovava sulla linea che dal Monte Biaena scendeva in valle, per poi attraversare l’Adige e risalire sul Finonchio. Era dunque parte di una linea di sbarramento chiamata Sbarramento Val d’Adige-Etschalsperre.
I dettagli tecnici sul percorso – offerti volta per volta, itinerario per itinerario, nella rubrica “Camminando nella Grande Guerra”, pubblicata dal Dolomiti in collaborazione con il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto (QUI la raccolta di articoli) – si limiteranno pertanto alla collocazione del luogo. Il campo trincerato dell’Asmara, visitabile tutto l’anno, è ubicato infatti, come detto, nell’abitato di Ravazzone, frazione di Mori. Posto a Nord del villaggio, può essere raggiunto in auto, parcheggiando ai piedi della collina o direttamente nell’area prospiciente la stessa.

Era il principio del 1915, anno in cui il Regno d’Italia dichiarò ufficialmente guerra all’ex alleato austro-ungarico, quando il Comando militare di Innsbruck ordinò - proprio in previsione di questa eventualità - l’arretramento della linea difensiva in Vallagarina dal confine politico, situato a Borghetto di Avio, alla linea Val di Gresta-Marco di Rovereto-Finonchio. Cominciate le ostilità, l’esercito italiano avanzò di qualche decina di chilometri, fino a giungere alla Tiroler Widerstandlinie, la “linea di resistenza tirolese” appunto.
Gli uni di fronte agli altri, italiani ed imperiali si misurarono così in una sfiancante guerra di posizione, con avanzamenti spesso molto modesti ma estremamente sanguinosi. Da una parte, la linea italiana si attestava sull’Altissimo, il Vignola, a Serravalle, sullo Zugna Torta, a Matassone, a Pozzacchio, sul Pasubio; dall’altra, invece, i difensori erano distribuiti su un fronte che dalle fortificazioni del Garda si inerpicava lungo le alture meridionali della Val di Gresta, discendeva fino all’Adige, passava per Rovereto lungo il torrente Leno e si portava su per il Monte Finonchio. Da qui, proseguendo sul crinale, si collegava alla linea di difesa dell’altopiano di Folgaria.
Fu la primavera del 1916, con l’offensiva austro-ungarica sugli altopiani, a portare ad alcune modifiche significative del fronte. Così, anche il campo trincerato di Asmara cambiò la propria funzione, non ospitando più postazioni di fucileria, quanto ricoveri e postazioni d’artiglieria. Ma qual è la genesi di questo luogo?
Nell’aprile del 1915, il Comando di Innsbruck ordinò la costruzione di postazioni campali fra il Monte Creino e il Monte Finonchio, dall’altra parte del fiume Adige. In località Asmara – nome dato alla villa costruita sulla sommità, poi per metonimia arrivato ad indicare l’intera collina – si decise così d’installare due cannoni da montagna da 7 centimetri M.75 e quattro mortai da 15 centimetri M.80. Ad occupare questo settore del fronte, fra l’Asmara, località Foianeghe, Mosam e il crinale detto “Monte Santo”, su fino a Castel Pradaglia, venne posto invece il battaglione Standschützen Brixen – di cui una parte era ricoverata di riserva ad Isera.
Lungo l’intricato dedalo di gallerie, si muovevano nel novembre del ’15 oltre 100 uomini – 67 appartenenti alla I compagnia ad Asmara di sopra, 48 ad Asmara di sotto, appartenenti invece alla III compagnia. Armi e difensori, in questa fase, aumentarono, e si arrivò ad organizzare il campo trincerato in questa maniera: nella parte superiore furono realizzati una caverna per la truppa, un posto di medicazione, sei campi minati, dodici trincee dotate di mitragliatrice, due riflettori da 60 centimetri e uno da 30. Nella parte inferiore, invece, risultavano una caverna per la truppa, una per ufficiali, un posto di medicazioni, diciassette trincee dotate di mitragliatrice e un riflettore da 30 centimetri.

Nondimeno, la situazione era destinata a cambiare rispetto agli andamenti della guerra. Nel febbraio del 1916, i pezzi d’artiglieria e i posti di guardia aumentarono. Allo stesso modo, gli avamposti vennero spinti in avanti. Tra fine marzo e inizio aprile, venne poi istituito un nuovo gruppo di combattimento, l’Isera, disposto su un settore che da Ravazzone si estendeva proprio verso il paese da cui prendeva il nome. A presidiare l’Asmara, comunque, fu sempre il battaglione Bixen.
Passata l’offensiva di primavera (QUI un approfondimento), gli italiani dovettero arretrare la propria linea, ritirandosi dalla Valle del Cameras e risalendo il versante settentrionale del Baldo. Da quel momento in poi, l’Asmara venne sostanzialmente a svolgere funzioni non più di prima linea bensì di retrovia. Qui sorsero dei ricoveri, dei posti di medicazioni ed altre postazioni d’artiglieria. Da quel momento in poi, nella zona non si registrarono più azioni di grande importanza.

Grazie al lavoro della Schützenkompanie Destra Ades e di A.C.R. Ravazzone, con il sostegno del Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale, la collina può ora essere visitata, restituendo un’idea di quale fosse la vita in un campo trincerato della Grande Guerra. Partendo dall’area pic-nic e risalendo le scale che portano alla sommità del colle, ci si imbatte nei resti della villa Asmara, ma soprattutto in un vero e proprio dedalo di cunicoli e gallerie, collegamenti fra le varie postazioni e le trincee coperte.
Nella parte a Nord, una casamatta permette di entrare nel sistema di gallerie e di visitare anche, con l’ausilio di una torcia, una caverna per il ricovero dei soldati. Fra le vigne, poi, si può vedere la caserma degli ufficiali. Lungo il percorso, in spazi aperti e attraverso aperture nella roccia, si può vedere l’orizzonte che ospitò il fronte durante la guerra: da qui, dunque, l’immaginazione può viaggiare fino a quei duri anni in cui la compagnia Brixen visse e si mosse nella collina. Alla vista, la linea del fronte e le truppe italiane.
