"L'acqua scorreva dall'alto come una cascata", il racconto per ricordare a tutti che in montagna si sale solo se consapevoli: "C'era chi aveva scarpe da ginnastica''
"Siamo arrivati a valle con le gambe a pezzi e le ginocchia 'da sostituire'. In montagna si deve andare con consapevolezza: questo, il grosso insegnamento portato a casa nel weekend"

BELLUNO. "Non sono un'esperta ed è per questo che mi informo sempre prima di partire per un'escursione". È la premessa al racconto di una disavventura in quota avvenuta lo scorso weekend, fortunatamente, conclusasi per il meglio: "Un'esperienza che mi ha trasmesso un grosso insegnamento: in montagna si deve andare consapevoli", anticipa Paola Limardi a Il Dolomiti.
Tutto ha avuto inizio sabato 23 settembre, quando Paola, desiderosa di vedere il lago di Sorapis, ha chiesto informazioni a persone del posto: "Erano due anni che volevo andarci - premette -. Così venerdì ho chiesto a chi era della zona se il sentiero per raggiungere la mia meta era percorribile il giorno seguente, nonostante la pioggia prevista per il pomeriggio. Mi è stato risposto che, vista la presenza di un breve tratto molto stretto ed esposto sul sentiero 215, era meglio rimandare il giro a domenica".
L'escursionista ha scelto quindi domenica come giorno 'buono', partendo da Passo Tre Croci: "Il sentiero 215 è difficile e attrezzato in più punti con il cordino - fa sapere - e con tutta la pioggia dei giorni precedenti siamo passati sotto all'acqua che scorreva dall'alto come una cascata. Il famigerato 'breve tratto molto stretto ed esposto' della persona del posto a cui avevo chiesto informazioni era forse il passaggio meno complesso di tutto il resto".
Una gita che si è rivelata essere comunque "bellissima", nonostante i pericoli: "E pensare che dietro di me avevo gente con le scarpe da ginnastica a suola liscia - conclude -. Non a caso in mattinata si sono susseguiti una serie di soccorsi e recuperi in elicottero. Per la discesa abbiamo deciso di scegliere invece il sentiero 217 che la cartina segnava come 'più agevole': l'ho percorso in buona parte sedendomi sulle rocce per la quantità di acqua che scorreva sulla via".
"Siamo arrivati a valle con le gambe a pezzi e le ginocchia 'da sostituire'. In montagna si deve andare consapevoli: questo, il grosso insegnamento portato a casa nel weekend". Un'esperienza che la donna ha deciso di condividere anche su alcuni gruppi Facebook di montagna, per sensibilizzare più persone possibili ad essere prudenti.