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Paolo Vergnano: ''Il Movimento è come le altre forze politiche: nessun tema, si parla solo di poltrone''
Il consigliere comunale a Rovereto respira la stessa aria che aveva portato all'auto-sospensione in marzo: "Mancano gli spazi di discussione, in pochi decidono per tutti senza confronto e se non sei in sintonia ti escludono". Prosegue l'impegno in Comune: "Non mi dimetto"

ROVERETO. "Il Movimento 5 stelle è stata una storia bellissima, ho imparato tanto, ma è ora di voltare pagina e andare avanti. Qui in Trentino ormai si è uniformato alle altre forze politiche", queste le parole di Paolo Vergnano, consigliere comunale a Rovereto, che aggiunge: "E' un dato di fatto, una situazione ingestibile da mesi: si parla solo di nomi, mai di programmi".
A poco più di due mesi dalle elezioni il consigliere comunale decide di sfilarsi. Non intende trainare la campagna elettorale di qualche pentastellato.
"Un film già visto - prosegue Vergnano - come per la chiamata alle urne in marzo. Tolgo già tutti dall'imbarazzo: nessuno mi chieda di portare avanti la campagna elettorale di qualche candidato. Si parla solo di persone, mai di temi e programmi: la crisi non è passata, ma a livello economico non si dice nulla, l'internazionalizzazione non viene menzionata. Nessun tema, solo poltrone e invidie. E non posso mettermi a disposizione di persone che non sono riuscite a reggere lo stress di far parte dell'amministrazione oppure che hanno fallito diverse campagne elettorali".
Insomma, mancherebbe la base di lavoro. "E' esattamente il contrario del 2013 - evidenzia il consigliere - quando è stato realizzato un programma, magari con qualche pecca e errore, ma almeno le principali tematiche erano all'ordine del giorno. Adesso l'agenda è dettata dalle interrogazioni, ma non può funzionare così. Le persone che incontro sul territorio si lamentano dell'assenza di progettualità: un fatto che dovrebbe preoccupare il Movimento, ma non è così".
Un ritorno al "Siamo in estremo imbarazzo" di inizio anno, quando oltre a Vergnano, anche Flavio Prada e Giovanni Rullo, rispettivamente consiglieri 5 Stelle di Riva del Garda e Arco, commentavano le candidature su Camera e Senato nel collegio roveretano di Matteo Perini e Cinzia Boniatti.
I tre consiglieri erano arrivati a mettere in atto un gesto eclatante, quello della auto-sospensione dal Movimento. "Ci avevo messo un po' di più rispetto ai miei colleghi - ricorda il consigliere - ma alla fine avevo visto che mancano quei concetti chiave, cioè condivisione e fratellanza. Ora se critichi vieni isolato e espulso. Si segue, senza contestare, quello che dicono gli altri".
Un'assenza di democrazia diretta. "Il Movimento - dice Vergnano - si è ridotto a un gruppo ristretto di persone che decide per tutti. La democrazia diretta è una bandiera, ma mancano gli spazi di discussione. Non abbiamo un luogo di confronto in rete, ma ormai anche i Meet-up hanno perso la funzione iniziale. Ormai hanno tutti paura di parlare, se non sei in sintonia finisci fuori dalla porta".
Non ci sarebbero più i rapporti interni. "Una volta - spiega il consigliere - in casi estremi decideva Beppe Grillo, magari d'imperio, ma almeno non aveva un coinvolgimento politico. Ora la linea viene dettata da quelli che sono impegnati attivamente nei consigli, senza discussioni e confronti. Non ci sono più differenze rispetto a centrosinistra e centrodestra".
Nel mirino anche le regole. "Non si sa chi ha discusso e deciso - evidenzia - sono state calate dall'alto. Il fatto che una persona può candidarsi solo come presidente o consigliere danneggia inoltre il Movimento. Se una donna oppure un uomo partecipa alle primarie e viene ritenuto compatibile per il ruolo di governatore, non capisco perché non possa poi essere eletto come consigliere".
Un quadro che porta, fisiologicamente, a qualche defezione. "Tanti si sono allontanati - prosegue Vergnano - ma comunque vengono rimpiazzati, soprattutto quando si è in odore di elezione e spartizione di poltrone".
Una situazione che in parte rispecchia la riflessione di Paul Köllensperger: "Capisco la sua decisione. Alcuni concetti - commenta il pentastellato - li rivedo anche qui in Trentino. Il Movimento, soprattutto a livello provinciale, deve fare qualcosa in più e evolversi. Non può restare fermo e appiattirsi agli altri".
E ora quale futuro per il consigliere comunale? "Dentro - conclude Vergnano - resto un pentastellato per i valori che questo Movimento trasmette, ma fuori chiaramente la percezione cambia. Non mi dimetto, proseguo l'impegno che ho preso all'interno del Consiglio comunale di Rovereto".