Provinciali, il Movimento 5 stelle ritira la mano: ''Il centrosinistra è da Prima Repubblica e con il sindaco delle dinastie hanno steso i tappeti rossi alla destra''
Nelle scorse settimane il Movimento 5 stelle aveva teso la mano al centrosinistra in vista delle elezioni provinciali, l'offerta non è più valida. Alex Marini: "Abbiamo maturato la convinzione di correre da soli, delusi dal dibattito. La discussione si è limitata ai nomi e non c'è stata la volontà di approfondire i temi"

TRENTO. "Il dibattito è stato avvilente e incardinato sui nomi. Abbiamo maturato la convinzione di correre da soli". Queste le parole di Alex Marini, consigliere provinciale e coordinatore per il Trentino del Movimento 5 stelle. "Abbiamo cercato di accantonare le pregiudiziali, abbiamo provato a creare le premesse per avviare un percorso sui temi e per costruire un programma, per superare il bipolarismo concentrato unicamente sull'idea di sconfiggere un avversario ma non ci sono stati grandi riscontri politici".
I pentastellati trentini aveva teso la mano alla coalizione di centrosinistra ma l'offerta, salvo sorprese, non è più sul tavolo (Qui articolo). L'ipotesi di convergere verso l'Alleanza Democratico ed Autonomista viene riposta nel cassetto. Forze politiche che nelle scorse ore hanno individuato nel sindaco di Rovereto, Francesco Valduga, il candidato presidente (Qui articolo).
"Anche il centrodestra non ha un'offerta programmatica e si è appiattito sui nomi", commenta il consigliere provinciale e coordinatore per il Trentino del Movimento 5 stelle. "Ma appare in vantaggio e questa decisione spiana la strada alla loro riconferma in piazza Dante, anzi sembra proprio che il centrosinistra abbia steso i tappeti rossi".
Il Movimento 5 stelle è rimasto deluso dalle trattative che hanno portato al primo cittadino della città della Quercia e quindi si sfila dai discorsi per convergere verso il Partito Democratico e così saltano anche eventuali tentativi di trovare un equilibrio con il Terzo polo.
"Non metto in dubbio l'esperienza, la storia e le competenze delle persone - evidenzia Marini - ma appare chiaro che il tavolo del centrosinistra è espressione della Prima Repubblica. A salvarsi solo Dal Ri, ma risponde anche a correnti ormai navigate, e Rech che però è l'ombra di Dellai e di Valduga, quest'ultimo rappresenta una Giunta comunale di Rovereto ormai dinastica e familiare, come per esempio Cossali e Robol. Sono schemi vecchi e non si rendono conto che non possono rappresentare quell'esigenza di cambiamento non di facciata o fine a se stesso che richiede la società di oggi. Solo Paola Demagri negli ultimi tempi è riuscita a esprimere idee, concetti e dinamismo per provare a stimolare la possibilità di sviluppare modelli nuovi".
A ogni modo i pentastellati ripartono dalle "linee rosse" presentate nelle scorse settimane. "Abbiamo cercato di approfondire la possibilità di trovare una convergenza ma non sono arrivati segnali sui temi quali lotta alla criminalità organizzata, politiche ambientali, sociali, infrastrutture e sanità: ci si è fermati alla logica dei nomi", dice Marini. "Non abbiamo ancora formalizzato le scelte ma gli attivisti sono piuttosto decisi sulla convinzione di correre da soli".
Le strade in questo caso sembrano portare verso Alex Marini quale candidato presidente "ma è ancora prematuro. Naturalmente sono a disposizione ma la decisione sarà collegiale con il coinvolgimento degli attivisti e dobbiamo scegliere la modalità, se con voto online oppure in assemblea. Il Trentino è un territorio che può permettere di gestire la situazione in modo pratico e relazionale. Pensiamo anche a una lista civica collegata per accogliere la società civile e per questo si può allargare la discussione sul candidato presidente. Adesso ci concentriamo a sviluppare i 6 punti e raccogliamo le osservazioni e gli stimoli per migliorare il programma in modo partecipativo", conclude Marini.