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Primavera Trentina raggruppa la sinistra in una sola lista: ''Non sarà facile ma ci proviamo''

Il movimento di De Stefani e Cattani che guarda alle elezioni provinciali vuole costruire un'aggregazione di forze. Il nodo: dentro o fuori il centrosinistra? "Ancora molte variabili", soprattutto la presenza di Ugo Rossi a capo della coalizione

Di Donatello Baldo - 24 giugno 2018 - 20:27

TRENTO. Si sono messi in cerchio, come hanno fatto fin dal primo incontro il 21 aprile scorso quando hanno deciso di cominciare a incamminarsi verso le elezioni provinciale. Quelli di "Primavera Trentina" non sapevano dove sarebbero arrivati: l'importante era discutere tutti assieme, un 'ragionamento collettivo' da fare attraverso un linguaggio nuovo.

 

"Il linguaggio non è mai stato quello della politica tradizionale - spiega Renzo De Stefani - tutti in cerchio, si parla uno alla volta, si hanno in mano dei bigliettini, quello verde che dà diritto di parola, quello rosso per un eventuale intervento chiarificatore. Abbiamo voluto portare le regole della condivisione anche in politica".

 

Nell'incontro di ieri alla sede delle Edizioni Erickson, e negli altri che si sono svolti nelle valli, non ci si è parlati 'sopra', nessun litigio, niente 'comizi' dove vince chi la racconta più lunga degli altri. "In una situazione come quella attuale - osserva De Stefani - dove la politica sembra adatta solo agli animali feroci, si appare trasgressivi quando non si litiga, quando si discute pacatamente".

 

A chi si fosse arrabbiato c'erano a disposizione anche dei cioccolatini per addolcire la situazione, "ma non sono nemmeno serviti, dopo i primi incontri non li abbiamo portati più". Forse perché una volta entrati nell'atmosfera del confronto sulle idee si impara anche ad accettare l'idea dell'altro. Un metodo quasi 'terapeutico' che sarebbe bello contagiasse tutti.

 

Ma veniamo alla politica, perché "Primavera Trentina", da ieri ufficialmente, è un soggetto che assieme ad altri correrà alle prossime elezioni: ieri si è deciso infatti questo. "Da quello che è emerso - annuncia De Stefani - l'intenzione è quella di aggregare tutte le forze che politiche, sociali e culturali che non sono ascrivibili al Pd e che nel Pd non ci stanno". 

 

Di sinistra, ma non solo. Anche se le forze con cui si è iniziata l'interlocuzione, presenti anche ieri alla riunione, sono di sinistra: i Verdi, i Socialisti, Liberi e Uguali con Mdp e Sinistra Italiana. Ma era presente anche Paolo Zanella di Arcigay che "da cittadino preoccupato" ha chiesto a tutti di darsi da fare per unirsi in una forza che sappia combattere quello che c'è dall'altra parte.

 

E il riferimento, condiviso dai presenti, è alla paura che al prossimo giro vincano anche in Trentino la Lega e in generale quelli che ormai vengono definiti 'populisti'. Sulle modalità di partecipazione alle elezioni si è discusso a lungo.

 

"Si partiva da un diagramma - commenta De Stefani - che tracciava le opzioni in campo e le descriveva i possibili effetti delle decisioni che avremmo preso". Eccolo il diagramma:

Fin dalla prima riunione alla prima domanda una risposta era già stata data: "Si partecipa attivamente alle elezioni". Il dubbio, fugato ieri, era il "come". Attraverso una propria lista organizzata? Scegliendo alcuni candidati da infilare in liste già esistenti? Farsi promotori di un'aggregazione con altri soggetti?

 

La scelta è andata su quest'ultima proposta. "Primavera Trentina inizierà già dal prossimo mercoledì a muoversi per raggruppare attorno ad un progetto tutte le realtà, una lista che contenga tutte le espressioni che già ieri si sono dette disponibili". 

 

Alle successive domande non è stata data ancora nessuna risposta, sono ancora troppe le variabili: "Dove si colloca?": dentro la coalizione di centrosinistra? Oppure fuori correndo autonomamente con un proprio candidato presidente? 

 

Dipende dalla presenza di Rossi, questo è chiaro, ma dipende anche dal perimetro della stessa coalizione. La situazione è in continuo movimento, e anche le sensibilità dei vari gruppi che andranno ad aggregarsi su questo sono molto varie. C'è chi per senso di responsabilità e per massimizzare l'impegno a fare da barriera al populismo accetterebbe anche l'imposizione di Ugo Rossi

 

Ma c'è che proprio non ne vuol sentir parlare di entrare in una coalizione guidata dall'attuale governatore, senza nemmeno un po' di discontinuità, senza un cambio al vertice che significherebbe una ripartenza senza troppi legami con l'amministrazione in corso.

 

"Non sarà un'impresa facile - ammette De Stefani - ma ci proviamo". Alla riunione c'era anche Giuliano Muzio, segretario del Pd. "Ci ha chiesto, indipendentemente dalla decisione che avremmo preso, se costituirci o meno come lista, di non scioglierci in nessun caso perché in questi due mesi abbiamo dato stimoli importanti al centrosinistra". 

 

Un apprezzamento non scontato da parte di un partito 'concorrente', visto che la futura aggregazione potrebbe togliere voti anche al Pd. Un Pd che in questi ultimi mesi ha mostrato tutti i suoi limiti, su tutti quello di non saper individuare un candidato presidente alternativo a Rossi. 

 

Chissà che la soluzione non la possano trovare i gruppi che decideranno di aggregarsi. Potrebbero proporre loro un nome, e chiedere alla coalizione di convergere. Uno è già stato fatto, sottovoce, anche nei giorni scorsi: Paolo Ghezzi

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