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Come i volontari (ad offerta libera) stanno mettendo in difficoltà le guide trentine: “Da quando ci sono queste associazioni non ci cerca più nessuno”
Non si placano le polemiche dopo la mozione per “liberalizzare” il settore delle guide turistiche firmata da Ossanna. Il rischio concreto è quello di agevolare proprio le stesse associazioni che stanno mettendo in difficoltà le guide autorizzate

TRENTO. ''Salvo rare eccezioni con i gruppi in lingua italiana io non lavoro più, nemmeno nelle giornate di maggior afflusso. Fino a tre anni fa avevo una richiesta molto alta ma ora non mi cerca più nessuno”. Il grido di allarme lo lancia la guida Daniel Cartier Van Dissel, di origini olandesi ma residente in Val di Non da una vita e con la sua testimonianza riassume in poche parole quanto vi avevamo raccontato qualche giorno fa tramite Antonina Filosa, presidente dell’Associazione Guide e Accompagnatori Turistici del Trentino, e quindi che il mondo delle guide e degli accompagnatori turistici è già di per sé complicato ma in Trentino se possibile lo è un po’ di più che nel resto d’Italia. E ciò nonostante ci sarebbe chi, come il consigliere provinciale del Patt Ossanna, vorrebbe renderlo ancor più peculiare.
La piaga principale e mai risolta che attanaglia questo settore è sicuramente quella dell’abusivismo, sono molte infatti le guide senza patentino che operano in totale impunità anche sul nostro territorio, a queste vanno ad aggiungersi quelle associazioni che, mascherando la loro attività dietro alla gratuità e al volontariato, sottraggono spazi alle guide trentine con la licenza. Altre, pur non chiedendo alcun compenso, tolgono comunque potenziali fruitori che si fanno attrarre dai costi quasi nulli delle iniziative.
Fra queste associazioni che offrono guide volontarie ce n’è una che è finita nel mirino della presidente Filosa, si tratta dall’associazione ‘Anastasia Val di Non’ che vanta legami molo forti con le amministrazioni comunali nonese come il comune di Cles e il comune di Ville d’Anaunia. Filosa, l’anno scorso, aveva presentato una segnalazione all’ufficio per il turismo della Pat, ente preposto alla vigilanza nel settore, per le attività svolte dalle guide di Anastasia. L’ufficio aveva richiamato l’associazione al rispetto delle regole, Anastasia da parte sua si è difesa affermando che tutte le attività poste in essere sono destinate ai soci.
L’associazione in questione è nata nel 2009 ed è legata all’Ufficio Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Trento. Sullo stesso sito di Anastasia si legge che la costituzione: “È stata promossa dall’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Cles in collaborazione con i Comuni di Tassullo, Tuenno, Nanno, Revò, Taio e del Patto territoriale Alta Val di Non agli inizi dell’anno 2006”.
Nello stesso periodo in cui l’associazione muoveva i primi passi Lorenzo Ossanna, primo firmatario della tanto discussa mozione, ha ricoperto il ruolo di Assessore Comunità Valle di Non con competenza di edilizia abitativa, lavoro, attività economiche, attrattività e progetto speciale piscina di valle. Precisamente dal novembre 2010 al settembre 2013 quando rassegnò le dimissioni per candidarsi con successo alle provinciali dello stesso anno.
Ora, nella mozione presentata dal consigliere autonomista si legge: “Da alcuni anni in Trentino gli enti locali, le Aziende turistiche e alcune associazioni di volontariato del territorio attuano delle iniziative di valorizzazione del patrimonio immobiliare di valenza storica artistica, all’interno di manifestazioni di carattere turistico-culturale che attraggono migliaia di persone”, proprio le stesse compagini che stanno ostacolando l'attività delle guide con patentino. "Se questa mozione fosse approvata – denunciano le guide – il rischio sarebbe quello di agevolare proprio le stesse associazioni che ci stanno mettendo in difficoltà".
C’è poi un altro aspetto da tenere in considerazione, ovviamente la maggior parte delle associazioni di volontariato che operano in questo settore rispetta le regole, d’altro canto però i modi per aggirare la gratuità prevista dalla mozione sono molti dal momento che le associazioni possono riceve un’offerta libera, una mancia, oppure un rimborso spese.
Abbiamo inoltre constatato che quella delle “offerte libere” è una pratica assai diffusa, tanto da essere riportata in alcune brochure di alcune agenzie viaggi. Per verificare abbiamo contatto l’eremo di San Romedio dove ci è stato confermato anche telefonicamente che le “guide”, degli ecclesiastici in seminario, avrebbero accettato un’offerta libera per farci da ciceroni. Per dovere di cronaca ricordiamo che questa pratica non è illegale ma certo pone chi ha dovuto studiare e superare un esame molto selettivo per essere abilitato alla professione in una posizione concorrenziale di svantaggio (l'uno si deve far pagare per il suo lavoro, l'altro si rimette a ''libera offerta'').
“Ovviamente è difficile competere con qualcuno che offre un servizio gratis – fa notare Filosa – le nostre guide restano così senza lavoro”. A conferma di quanto detto dalla presidente c’è anche la testimonianza della guida Daniel Cartier Van Dissel, che apriva il pezzo e lo stesso vale per gli altri colleghi nonesi che, per via della concorrenza delle associazioni di volontariato, hanno visto ridursi di molto le loro richieste. “Quattro guide ufficiali in valle – continua Van Dissel – possono fare un sacco di lavoro, in altri ambiti turistici, come Val di Fassa, Val di Fiemme e Val Rendena, non ci sono guide iscritte ma ciò non impedisce alla nostra associazione di svolgere la propria attività”. Alla luce della testimonianza delle guide verrebbe da chiedersi perché riporre tutta questa enfasi proprio sulla Val di Non, dal momento che quattro guide sarebbero più che sufficienti per coprire la domanda.
Come se non bastasse il numero delle guide autorizzate rimane bloccato per via dell’impossibilità da parte della Pat di organizzare degli esami abilitanti. L’ultimo concorso nella nostra Provincia, peraltro riservato ai laureati in archeologia e beni culturali, si è tenuto nel 2013 da allora non ne sono stati organizzati di nuovi. Secondo la Provincia mancherebbe il regolamento d’attuazione sulla legge nazionale 97/2013 che norma il settore ma che soprattutto ha esteso a livello nazionale gli effetti delle abilitazioni regionali e locali.
Paradossalmente con l’entrata in vigore di questa legge si è creato anche un vuoto normativo, dal momento che manca un regolamento di attuazione non sono specificati i requisiti per diventare guide e nemmeno a chi spetti fare i bandi e organizzare gli esami.
Alcune regioni però hanno deciso di muoversi in autonomia, tra queste c’è anche la Provincia di Bolzano che nel 2017 ha organizzato un esame, dove però era richiesta anche la padronanza del tedesco. “È una situazione paradossale – conclude Filosa – ci sono alcune regioni che organizzano gli esami ed altre come la nostra ferme al palo, in più dobbiamo difenderci dal fenomeno sempre più aggressivo dell’abusivismo”.