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La Provincia acquisirà tutta l'area devastata dal maltempo a Dimaro. Buone le vendite dal legname, ma servirà l'intervento di ditte extra Trentino

La commissione speciale incontra il presidente della Provincia, Fugatti, e l'assessora Zanotelli. Entro settembre investiti circa 100 milioni di euro

Di Luca Andreazza - 25 marzo 2019 - 21:18

TRENTO. Il punto della situazione del legname, gli interventi per Dimaro e il piano d'azione per ripristinare il territorio. Questi i temi trattati nella commissione speciale di studio incaricata dal Consiglio dopo l'eccezionale perturbazione del 29 ottobre scorso. La commissione ha incontrato il presidente Maurizio Fugatti e l'assessora Giulia Zanotelli, assente giustificato il vicepresidente Mario Tonina, impegnato a Belluno sul tema Dolomiti-Unesco. 

 

Questo vertice della commissione presieduta da Ivano Job (Lega) rappresenta un punto culminante del percorso per valutare gli impatti e le misure dopo la terribile ondata di maltempo dell'ottobre scorso. L'assessora Zanotelli ha ricordato il piano d'azione messo in campo dalla Provincia, un programma che vede il coinvolgimento delle ditte trentine attive nel settore del taglio, del trasporto e della lavorazione del legno degli alberi schiantati. Non solo, oggi i ragionamenti riguardano anche la prospettiva della piantumazione dei boschi rasi al suolo, ma anche del recupero di prati e pascoli.

 

La consigliera provinciale di Futura, Lucia Coppola, ha chiesto chiarimenti sul problema dell'insufficienza della manodopera locale per il recupero del legname, anche per sapere se ci siano state operazioni speculative, cioè il legname prima è stato esportato in Austria per poi essere rivenduto a prezzi maggiorati.

 

Una situazione complessa. Il dirigente provinciale, Maurizio Zanin, ha evidenziato che la quantità di legname schiantato supera i 3 milioni di metri cubi lordi provvisoriamente stimati. Non si tiene conto, anche perché non era possibile, degli schianti sparsi nei boschi e quindi non visibili.

 

Il rischio riguarda ora gli attacchi parassitari che questi alberi abbattuti e difficilmente recuperabili possono subire, un quadro però si potrà avere solo il prossimo anno. Il dirigente mette in luce che le ditte trentine hanno una "capacità" massima di raccolta di 500 mila metri cubi di legname all’anno, mentre la filiera locale del settore può lavorare fino a 800 mila metri cubi, la quantità massima di legname che queste aziende sono in grado di lavorare.

 

Questo significa che le ditte trentine con la manodopera attualmente in dotazione non sono in grado di assorbire per intero il lavoro di taglio e trasformazione del legname. Ecco perché è indispensabile che le amministrazioni locali proprietarie ricorrano al supporto di ditte provenienti anche da fuori provincia, che però non sono solo austriache ma anche italiane. In ogni caso la Provincia oggi affianca le amministrazioni locali proprietarie e meno esperte nella vendita anche “in piedi” del legname per una gestione adeguata di queste attività.

 

Le vendite sono partite comunque molto bene per arrivare a poco meno di un milione e mezzo di metri cubi. Per ragioni tecniche legate alle capacità di taglio e esbosco (al massimo 300 metri cubi al giorno) si è scelto di vendere i lotti più accessibili per il legname di pregio. Quanto alla conservazione, il legname potrà rimanere più a lungo nei piazzali di fondovalle, dove sarà adeguatamente bagnato e protetto così dai parassiti.

 

L'ex governatore Ugo Rossi, che riconosce alla giunta il merito di aver predisposto un piano d'intervento con una procedura che permette ai privati di ottenere il risarcimento dei danni, chiede aggiornamenti sullo stato di avanzamento delle iniziative programmate e sul numero delle domande di risarcimento pervenute.

 

Sono diversi però i quesiti del consigliere del Patt: se si conoscono i metri cubi di legname schiantato tolti dai boschi dal disastro ad oggi, ma anche se i criteri fissati dalla giunta per il risarcimento dei danni subiti dalle attività turistiche e agricole (in questo caso per mancata produzione) sono emerse criticità da parte degli operatori e se ci sono dati del Soccorso alpino circa gli infortuni causati dallo stato dei boschi dopo la tempesta. Si chiede anche se la strada del Manghen sarà pronta per il passaggio del Giro d'Italia previsto in maggio.

 

Un'altra richiesta è quella che la giunta possa assegnare eccezionalmente anche agli operatori turistici senza partita Iva (B&B) il contributo provinciale del 75% sulla spesa sostenuta per il ripristino degli immobili previsto a sostegno degli operatori turistici muniti di partita Iva, interpretando i criteri in modo elastico: Raffaele De Col, dirigente incaricato della gestione degli interventi successi all'emergenza maltempo, ha risposto che questi soggetti si collocano già al di fuori dalle attività produttive e che il contributo previsto nel loro casa arriva oggi al 50%. 

 

Il presidente Fugatti ha ricordato la positiva collaborazione con la precedente giunta provinciale all'indomani dell'evento e ha preannunciato che nel settembre prossimo, "la mole di risorse investite per gestire le conseguenze del maltempo ammonterà intorno ai cento milioni. Se alla Provincia è stato riconosciuto dal governo nazionale un intervento triennale di circa di 220 milioni – ha aggiunto il governatore – è stato perché le nostre strutture hanno saputo gestire e rendicontare bene queste risorse, altrimenti sarebbero state assegnate ad altri territori".

 

Quanto alle domande di Rossi, il presidente ha segnalato che risposte puntuali non si possono dare perché le situazioni sono ancora evoluzione. "La Giunta – ha però assicurato nel rispondere a Alex Marini (Movimento 5 stelle) – è disponibile a presentare un documento finale complessivo sugli interventi messi in campo". e ha infine garantito che strada del Manghen sarà riaperta in tempo utile per l'appuntamento con il Giro d'Italia. 

Sempre per rispondere a Rossi è intervenuto ancora De Col per ricordare che la giunta ha introdotto la possibilità di riconoscere fino al 100% dei costi sostenuti dai privati per effettuare la perizia tecnica sui danni subiti. "Le domande vengono tutte accolte se gli interessati presentano la perizia redatta da un tecnico abilitato. E la procedura – ha aggiunto – è stata estremamente semplificata per l’agricoltura. Questo perché la Giunta ha deciso di procedere ad una forte sburocratizzazione".

 

Sullo stato di avanzamento degli interventi previsti dal Piano d'azione, De Col ha annunciato che si è conclusa l'istruttoria delle domande relative ai danni subiti dalle automobili. E che sono invece costantemente monitorate le domande riguardanti le abitazioni, le attività produttive e l'agricoltura, per le quali ogni settimana si riunisce la commissione che segue queste pratiche e tutte le richieste presentate dai cittadini e accolte vengono pubblicate sul sito.

 

Il presidente della commissione, Job, ha chiesto un aggiornamento sugli interventi della Provincia a Dimaro. In questo caso De Col ha risposto che la prima preoccupazione della Provincia ha riguardato la sicurezza del territorio. Il servizio competente sta progettando la sistemazione definitiva del corso d’acqua all'origine dei danni arrecati al paese.

 

Sono state anche definite le aree che nel futuro non più utilizzate per la residenzialità. A questo si aggiunge che è stata stimata la possibilità di riutilizzare gli edifici danneggiati, 10 dei quali saranno recuperati. In ogni caso la Provincia acquisirà tutta l’area devastata dall'alluvione di fine ottobre, che sarà destinata totalmente al verde e alla tutela del territorio. Questo per garantire anche la futura sicurezza dell'intero abitato di Dimaro, considerando che eventi devastanti di questa portata potrebbero ripetersi entro i prossimi 50 anni. Tutti questi interventi a Dimaro richiederanno un anno e mezzo di lavoro, ma i primi risultati si potranno vedere già nel giungo del 2019.

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