Nomina di Sgarbi ai vertici del Mart, Marini attacca: ''Ma la giunta ha verificato le competenze o ha letto solo il curriculum?''
Il consigliere Cinque stelle ha presentato un'interrogazione: critica punto su punto le risposte dell'assessore Mirko Bisesti. L'affondo: ''Se questo modus operandi fosse confermato ci sarebbe da stare ben poco allegri''

TRENTO. Un'interrogazione di Alex Marini sulla verifica delle qualifiche del presidente del Mart Vittorio Sgarbi: dopo la risposta dell'assessorato, dalla querelle (qui un articolo) tra il consigliere Cinque stelle e il professore il focus si sposta sul metodo di lavoro della giunta provinciale.
Ma andiamo con ordine. L'interrogazione, rivolta all'assessore Mirko Bisesti, era incentrata sulla verifica dei titoli del deputato al momento della sua nomina ai vertici del Mart (il testo integrale è riportato di seguito).
Dopo la risposta dell'esecutivo (qui di seguito), il consigliere Cinque stelle la commenta punto su punto, sintetizzando i punti a suo avviso principali.
"In questi giorni - scrive Marini - è arrivata una divertentissima risposta dell'assessore Bisesti a una mia interrogazione sulla verifica che la Provincia avrebbe (o non avrebbe) effettuato rispetto ai titoli professionali di Vittorio Sgarbi prima che fosse scelto come presidente del Mart. Sentite un po': chiedevo (questa è la prima domanda, ndr) se la Provincia conoscesse la tipologia contrattuale e gli incarichi di docenza affidati a Sgarbi dall'Università di Bologna e da quella di Udine negli anni Settanta e Ottanta del Novecento".
La risposta: "Dal curriculum vitae che Vittorio Sgarbi ha presentato alla Provincia risultano due "docenze universitarie" (Bologna 1974-1978 e Udine 1984-1988) "per cui per un lasso di tempo ben definito".
Il commento di Marini: "Ok, grazie, ma non è quello che chiedevo io... e poi l'assessore mi sta forse confermando che non hanno verificato niente e che si sono limitati a leggere il curriculum presentato da Sgarbi?".
Marini critica poi anche la risposta alla seconda domanda, in cui chiedeva se Sgarbi risultasse professore ordinario di Storia dell'arte moderna all'Università per stranieri di Perugia, "una circostanza - dice il consigliere - che non ha trovato riscontri da parte mia e che non risulta dal cv presentato in Provincia". Ancora: "Chiedevo se si fossero effettuate verifiche al riguardo".
La risposta di Bisesti ("Nel curriculum vitae in possesso della Provincia non compaiono docenze prezzo l'Università per stranieri di Perugia") è seguita dal commento di Marini: "Ma a parte leggere il curriculum hanno verificato qualcos'altro?".
La terza domanda dell'interrogazione era volta a ricostruire la ragione dell'appellativo "professore ordinario" usato nei confronti di Sgarbi ("Si definisce tale e come tale viene appellato da esponenti della maggioranza provinciale" dice Marini). In questo caso la risposta è che nessuna verifica è stata fatta in questo senso perché i titoli non sarebbero stati pertinenti con la carica in questione (per il virgolettato completo si rimanda al documento riportato in alto).
"Risposta di Bisesti: non abbiamo effettuato nessuna verifica in tal senso perché essere un professore universitario non è pertinente rispetto alla presidenza del Mart. Eh già, però intanto lo chiamate "professore"".
"Ma alla fine la Provincia ha verificato qualcosa del curriculum di Sgarbi in merito alla sua nomina al Mart?" parafrasa Marini la quarta domanda della propria interrogazione. "Risposta di Bisesti - prosegue il consigliere del Movimento - Abbiamo verificato secondo la legge provinciale 10/2010 ("Disciplina delle nomine e delle designazioni di competenza della Provincia autonoma di Trento") e il decreto legislativo 39/2013 ("Disposizioni in materia di inconferibilita' e incompatibilita' di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico"). Cioè hanno fatto il minimo indispensabile? Complimenti vivissimi!".
Quindi l'affondo finale di Alex Marini: "Da una risposta simile pare di capire che la Provincia di verifiche nel merito sui curriculum ne faccia pochine e a questo punto sarei anche curioso di sapere se si limitino a prendere per buoni i titoli elencati dai vari candidati, avendo solo cura di controllare che quanto dichiarato da questi ultimi non vada contro alla normativa base in fatto di nomine".
Ancora: "Al di là del caso specifico di Sgarbi, se questo modus operandi fosse confermato ci sarebbe da stare ben poco allegri riguardo alle logiche della pubblica amministrazione nostrana, perché in tal caso si finirebbe col limitare l'accesso agli incarichi da parte chi, pur avendo titoli, esperienze e competenze, sarebbe impedito a contribuire al buon andamento della cosa pubblica a causa del prevalere di logiche che poco avrebbero a che fare con il merito e la sostanza e molto con le amicizie e le appartenenze a gruppi privilegiati. Ma naturalmente non può essere così... vero?".