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Bonus da 600 euro, i sindacati a Schuler, ai due consiglieri dell'Svp e Köllensperger: ''Etica pubblica zero, possono fare un sola cosa: andare a casa''
I sindacati intervengono sulla vicenda dei quattro politici altoatesini che hanno presentato la domanda per il bonus da 600 euro. La richiesta è quella di un passo indietro

BOLZANO. "Non ci giustificazioni: devono dimettersi". Questo il pensiero di Cristina Masera (Cgil) e Toni Serafini (Uil). I sindacati intervengono sulla vicenda dei quattro politici altoatesini che hanno presentato la domanda per il bonus da 600 euro.
Nel mirino il vicepresidente della Provincia e assessore Arnold Schuler, Gert Lanz, capogruppo provinciale, e Helmut Tauber dell'Svp e Paul Köllensperger (Qui articolo). E' bene ricordare che non è stato commesso alcun illecito e tutto è legittimo, quanto piuttosto una questione di buonsenso e opportunità da parte di figure che viaggiano su stipendi decisamente importanti e ben remunerati (Qui articolo).
Il bonus per le partite Iva è stato richiesto da circa 66 mila altoatesini e 56 mila trentini, una misura per quei professionisti che per il lockdown imposto per fronteggiare l'emergenza Covid-19 hanno subito perdite economiche. I consiglieri provinciali hanno invece continuato a percepire le indennità e le giustificazioni per aver richiesto i 600 euro lasciano un po' il tempo che trovano.
"Interessa poco l'intenzionalità - aggiunge la segretaria della Cgil - un politico deve avere tutto sotto controllo. E' un pessimo messaggio e un danno di immagine per le istituzioni. Viene messa in discussione la credibilità di chi amministra e dovrebbero rimettere il mandato. Poi il compito di accettare le dimissioni spetta a chi decide, ma intanto dovrebbero presentarle per senso di responsabilità".
Insomma, la richiesta è quella di un passo indietro. "E' una questione di etica e di valori di rappresentanti che devono decidere e valutare leggi e disposizioni, la vita democratica. La fiducia - prosegue Masera - è stata tradita e questo rischia di aumentare il senso di disaffezione verso la politica. Questo è altrettanto grave e la vicenda è davvero triste. La beneficenza eventualmente si dovrebbe fare con i propri soldi e non con quelli dello Stato e destinati proprio a quelle figure che necessitano di sostegno".
Il bonus è stato pensato, infatti, per aiutare le partite Iva in difficoltà. "Certo una norma scritta male, senza regole. Ma un cittadino che è nelle istituzioni dovrebbe operare per il bene comune e che riceve una buona indennità mensile non può neanche pensare di usare questa misura.
Etica pubblica zero e possono fare un sola cosa: andare a casa", conclude Serafini.