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Caso Savoi, vacilla la maggioranza provinciale? Cia: ''Siamo leali e per il Trentino dialogheremo anche con chi ci insulta. Ma la Lega deve iniziare a confrontarsi''

Dopo Alessia Ambrosi, Fratelli d'Italia ha ufficializzato l'ingresso di Katia Rossato in Pat e Daniele Demattè in Comune. Cia: "Il gruppo di Fratelli d'Italia mette al servizio del territorio esperienza e sensibilità"

Di Luca Andreazza - 20 marzo 2021 - 15:50

TRENTO. “Non c’è politica senza coerenza". Così Alessandro Urzì, capogruppo in Consiglio regionale: "Katia Rossato l’ha dimostrata aderendo a Fratelli d’Italia dove potrà svolgere il suo mandato davanti ai cittadini mantenendo fede agli impegni presi: alternativi alla Sinistra, perché diversa e opposta è la nostra visione della vita e dell’Italia. Con Katia Rossato è più forte non solo Fratelli d’Italia ma anche la Regione che ci onoriamo di rappresentare, per rendere più forte il nostro territorio e il nostro comune senso di appartenenza. Auguro buon lavoro a Trento anche a Daniele Demattè. Gli siamo grati".

 

Dopo Alessia Ambrosi, Fratelli d'Italia ha ufficializzato l'ingresso di Katia Rossato e Daniele Demattè. "A nemmeno tre mesi - dice Claudio Cia - da quando ho costituito il Gruppo consiliare Fratelli d’Italia in Consiglio provinciale e regionale, la nostra squadra si arricchisce con la presenza della consigliera Katia Rossato. Questo dimostra il valore della nostra proposta politica".

 

Ora il partito di Giorgia Meloni allarga la sua presenza all'interno del Consiglio regionale (4 consiglieri su 70) del Consiglio provinciale (3 consiglieri su 34) e del Consiglio comunale di Trento (3 consiglieri su 40). Una forza politica in crescita a livello nazionale, così come quello trentino.

 

“Siamo onorati di accogliere nel nostro gruppo Daniele Dematté - commenta Giuseppe Urbani, capogruppo di FdI in Comune a Trento - persona apprezzata dalla gente perché molto concreta e attenta ai bisogni della loro sicurezza; la sua sensibilità contribuirà a rendere il gruppo di Fratelli d’Italia –  sempre più radicato sul territorio della città, dove puntiamo a diventare un punto di riferimento per intercettare bisogni e aspettative dei cittadini".

 

Un cambio che ha portato alla reazione di Alessandro Savoi: "E niente. Nella vita, come nella politica, i leoni restano leoni, i cani restano cani e le troie restano troie", queste le parole pubblicate sul profilo social che hanno sollevato una vera e propria bufera politica contro il presidente delle Lega Trentino, arrivato poi a rassegnare le dimissioni dalla guida del partito di maggioranza relativa all'interno del centrodestra (Qui articolo).

 

"Il nostro lavoro - aggiunge Cia - proseguirà con spirito di lealtà e collaborazione nei confronti della coalizione di centrodestra e della Giunta provinciale. Non c'è interesse per le poltrone, come già dimostrato nelle dimissioni da assessore regionale. Il nostro interesse è concentrato nel portare avanti le istanze dei trentini in questo momento complicato per la società".

 

Resta che ora in casa centrodestra c'è da riassorbire più di qualche tensione. La Lega ha perso diversi pezzi e ci sono da dimenticare gli insulti rivolti ai consiglieri che hanno cambiato partito nei lavori in Aula: Savoi si è dimesso da presidente della Lega trentina, ma mantiene il posto in Consiglio provinciale. "Per fare il bene del Trentino - prosegue Cia - cercheremo di confrontarci anche con chi insulta. La politica che intendo trova nella trasversalità il proprio mantra, nella capacità di ascolto un arricchimento, nel silenziamento delle diversità le proprie rovine, nell’autoritarismo il segnale delle proprie inadeguatezze. Il gruppo di Fratelli d'Italia mette al servizio del territorio esperienza e sensibilità".

 

Insomma, FdI resta in maggioranza e nel perimetro della coalizione di centrodestra, ma gli equilibri iniziano a vacillare. "Vogliamo parlare di temi e auspichiamo un coinvolgimento nelle scelte. Non è più tempo di avallare decisioni senza concertazione - conclude Cia - la politica deve essere strumento per provare a dare risposte ai problemi della popolazione. Ho sempre cercato di viverla in sobrietà rinunciando a ogni tipo di rimborso fuori dall'indennità di base, senza sfruttarla per coltivare interessi personali e senza considerarla come una tifoseria da stadio o ancora peggio come una guerra tra eserciti nemici. Le differenze ideologiche sono sempre legittime ma è fondamentale saper dialogare".

 

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