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“Le tro*e restano tro*e”, Savoi si dimette da presidente della Lega: “Mi assumo la responsabilità delle mie parole”
Dopo le polemiche parla Savoi: “Rassegno le dimissioni da presidente della Lega Salvini Trentino onde evitare strumentalizzazioni politiche che possano recare danno alle battaglie della Lega sul territorio locale e nazionale”

TRENTO. “E niente. Nella vita, come nella politica, i leoni restano leoni, i cani restano cani e le troie restano troie”, sono queste le parole che sono costate la presidenza della Lega trentina ad Alessandro Savoi.
Dopo le polemiche e gli insulti, legati al passaggio di tre rappresentanti della Lega, fra cui Alessia Ambrosi e Katia Rossato, a Fratelli d’Italia è stato lo stesso Savoi a comunicare la decisione: “Io sottoscritto Alessandro Savoi, presidente della Lega Salvini Trentino, con la presente rassegno le dimissioni dal ruolo di presidente del partito, onde evitare strumentalizzazioni politiche che possano recare danno alle battaglie della Lega sul territorio locale e nazionale”.
Anche l’assessora leghista alla Salute e alle Pari opportunità, Stefania Segnana, pur senza nominare direttamente il presidente del suo partito aveva preso posizione: “Ci sono scelte che fanno discutere e questo è normale ma se la discussione degenera in offesa questo non va bene. Se poi l’offesa degenera ulteriormente nel sessismo, allora non può che esserci il rifiuto categorico”. L’assessora poi aveva aggiunto: “La mia vicinanza a tutti i soggetti protagonisti di questa vicenda non può far venir meno la mia responsabilità e soprattutto le mie profonde convinzioni che solo un totale rispetto fra i generi può generare una reale parità. Non solo per le donne, ma per tutta la nostra società”.
Alla fine dunque le polemiche hanno avuto il sopravvento. “Nel rassegnare le dimissioni – conclude Savoi – mi assumo la responsabilità delle mie parole, che sono il primo a riconoscere frutto di un grave errore, e formulo le mie scuse a quante si sono da esse sentite offese nella loro dignità personale, prima che politica e istituzionale”.
Nel frattempo la lista civica Futuro in Comune che guida l’amministrazione di Cembra-Lisignago ha preso le distanze dal suo concittadino: “Nel ribadire come le altalene del proprio comune siano a disposizione di tutti i bambini indistintamente, rinnega con forza il ricorso a epiteti offensivi e sessisti, volti a denigrare chiunque decida di fare scelte politiche, religiose o professionali in discontinuità con il proprio passato”.