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Coronavirus, Bolzano fa un passo indietro e prepara nuove restrizioni. Kompatscher: “La nostra strategia di testare molto non è premiata”
Bolzano fa un passo indietro dopo la mancata accettazione della classificazione del Cts e l'inserimento a livello europeo nella "zona rosso scuro". Pronta una nuova ordinanza che introduce restrizioni da domenica 31 gennaio. Kompatscher: "Sappiamo che le classificazioni nazionali e europee hanno conseguenze giuridiche. Per questo abbiamo deciso di prendere atto di questa situazione"

BOLZANO. Novità in vista in Alto Adige, dove il presidente Arno Kompatscher si appresta a firmare una nuova ordinanza. Il braccio di ferro con Roma sulla colorazione decisa dal Cts, infatti, non poteva che avere una coda, a maggior ragione dopo la conferenza stampa effettuata dalla Commissione europea in cui la provincia di Bolzano è stata inserita in una nuova “zona rosso scuro” - con un'incidenza della pandemia su 14 giorni superiore ai 500 infetti ogni 100mila abitanti.
Questa classificazione, se confermata, potrebbe portare a misure restrittive nei confronti dei residenti dell'Alto Adige, che per recarsi all'estero dovrebbero effettuare un tampone e sottoporsi alla quarantena obbligatoria. “Si è discusso a lungo sulla situazione giuridica in cui ci troviamo – ha esordito Kompatscher – la Provincia di Bolzano ha seguito con successo una strategia che si è discostata a livello nazionale e forse anche europeo. La nostra strategia è consistita nell'effettuare molti più test e tamponi sulla popolazione, che hanno ridotto il carico pandemico nella nostra provincia”.
“Con questa idea abbiamo perseguito gli obiettivi di identificare e isolare gli infettati, tutelando il sistema sanitario, e di permettere le attività economiche e sociali oltre quanto previsto da classificazioni statali – ha continuato - siamo convinti che sia vincente, anche se sia a livello italiano che europeo ci classificano come zona a rischio. La strategia di tanti test effettuati non viene premiata né a Roma né a Bruxelles. Da tempo chiediamo che si prenda in considerazione anche questo fatto, il numero di test su 100mila abitanti. Perché questo è davvero il quadro della situazione. Abbiamo dimostrato nelle ultime settimane che la nostra è una strategia vincente”.
Alla strategia perseguita da Bolzano, però, non è seguito un riconoscimento da parte di Roma né di Bruxelles. E così, ha spiegato il Landeshauptmann dopo giorni di silenzio dalla mancata accettazione della riconferma in zona rossa, l'Alto Adige non può che adeguarsi. “Sappiamo che le classificazioni nazionali e europee hanno conseguenze giuridiche, sia per quanto riguarda le limitazioni agli spostamenti sia per i ristori. Per questo abbiamo deciso di prendere atto di questa situazione, che non è cambiata tanto dal 7 gennaio in verità. Da domenica vigeranno regole più severe, con la chiusura di bar e ristoranti e la raccomandazione a portare le mascherine Ffp2 nelle situazioni più a rischio”.
L'accettazione delle restrizioni, dicono dalla giunta, non consisterà però in un'accettazione passiva delle decisioni nazionali ed europee. “Continueremo a lottare, anche a livello europeo, affinché siano cambiati i criteri e si tenga considerazione dei tanti tamponi effettuati. Faremo un'azione verso Ue. L'ordinanza, intanto, sarà preparata e firmata giovedì per entrare in vigore domenica. Continueremo coi test e a difendere il nostro sistema”, ha concluso.
“Continueremo a testare e per questo la giunta ha dato consenso agli screening nelle scuole superiori, che sappiamo avere dei contagi più elevati rispetto agli altri gradi – gli ha fatto eco l'assessore all'Economia Philipp Achammer – si tratta di 25mila giovani”.
Sugli aiuti economici, Achammer ha poi aggiunto. “Abbiamo deliberato i criteri per aiuti alle imprese. Vogliamo assicurare che misure a favore di nostre imprese ci saranno, affiancate agli aiuti statali. Il pacchetto poggerà su tre pilastri: aiuti diretti a imprese, aiuti a grandi imprese, programma congiunturale con investimenti in settori strategici. Gli obiettivi sono garantire sopravvivenza impresa colpite da crisi, tutelare posti di lavoro, aiutare persone che si trovano in situazioni precarie”.