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Aiuti per 12 famiglie di rifugiati (9 con minori), il Comune stanzia 60 mila euro. Maule: "Rischiavano di rimanere senza un alloggio"
Si tratta di famiglie 'in uscita' da due progetti (Sei e Alice), in scadenza a dicembre 2022, realizzati in collaborazione con l’associazione Centro Astalli. L’intervento attivato consiste nell’accoglienza residenziale e in un percorso di inclusione sociale degli adulti. Maule: "Offrire loro il massimo livello possibile di autonomia sia lavorativa che abitativa"

TRENTO. Sessantamila euro per aiutare 12 famiglie di rifugiati presenti in città a trovare un alloggio. Questo è quanto deciso dalla Giunta comunale, anche se, come specificato dall'assessora alle politiche sociali Chiara Maule, non è sufficiente per far fronte a tutte le esigenze di chi quest'inverno rischierà di non trovare un posto al caldo per dormire.
In questo caso si tratta di famiglie che hanno concluso "percorsi ministeriali", quindi 'in uscita' da due progetti (Sei e Alice), in scadenza a dicembre 2022, realizzati in collaborazione con l’associazione Centro Astalli di Trento ed entrambi rivolti a nuclei monoparentali con minori e nuclei familiari con minori in condizione di particolare disagio.
"Si tratta di 9 nuclei monoparentali - spiega l'assessora Maule - composti da madre e figli con 1, 2 o 3 minori, due mamme sono in stato di gravidanza, 2 nuclei completi e uno monoparentale composto da padre e figlio. I minori sono prevalentemente in età prescolare nella fascia 0 - 6 anni". L’intervento attivato consiste nell’accoglienza residenziale e in un percorso di inclusione sociale degli adulti, al fine di offrire loro il massimo livello possibile di autonomia sia lavorativa che abitativa, che non avendo raggiunto una reale integrazione socio-economica, rischiavano di rimanere senza un alloggio. "Vogliamo offrire gli strumenti giusti perché le persone poi possano riuscire a proseguire da sole", aggiunge l'assessora.
Da qui l’esigenza di proseguire con il sostegno in attesa della definizione del quadro provinciale del sistema delle accoglienze familiari. Infatti sul territorio trentino l'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale è gestita dalla Provincia autonoma attraverso il Centro Informativo per l'Immigrazione di Trento (Cinformi), che predispone percorsi di integrazione mediante progetti di accoglienza ordinaria (Sprar, Siproimi, oggi Sai) o straordinaria.
Negli ultimi anni il Comune di Trento, attraverso il servizio sociale territoriale, ha assunto un ruolo centrale nella gestione della fase della post-accoglienza nei confronti delle persone e famiglie che, uscite dai percorsi ministeriali e provinciali, si fermano a vivere nell’area urbana della città. Spesso tali persone si trovano in condizioni di vulnerabilità e necessitano di specifici interventi di integrazione finalizzati a limitare situazioni di marginalità e l’incremento di situazioni di degrado e di povertà.