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Crisi energetica, Degasperi: “Per il solare si rischia la dipendenza dalla Cina: investire in ricerca e sostenere la produzione anche sul nostro territorio”
Il consigliere provinciale di Onda Civica ha predisposto una proposta di ordine del giorno per “tentare di mitigare il rischio” che nell'ambito della produzione di energia da fonti rinnovabili, ed in particolare nel settore solare si passi “da una dipendenza, quella legata alla Russia, ad un'altra, legata in questo caso alla Cina”

TRENTO. Crisi energetica e sviluppo delle rinnovabili, il consigliere provinciale Filippo Degasperi: “L'Ue importa il 63% del settore solare dalla Cina, così rischiamo di passare da una dipendenza energetica ad un'altra. È necessario investire in ricerca e sostenere la produzione, anche sul nostro territorio”. Secondo Degasperi è insomma fondamentale che anche la Pat si impegni per “individuare, promuovere e sostenere iniziative di ricerca nell'ambito della produzione e del riciclaggio dei pannelli fotovoltaici e dei pannelli solari, interfacciandosi con l'Università e gli altri enti di ricerca” oltre che per “sostenere iniziative imprenditoriali” connesse al tema sul territorio provinciale.
La questione è stata sollevata con una proposta di ordine del giorno legata al ddl 136 (volto a semplificare, spiega Degasperi, le procedure di installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, favorendo in particolare l'installazione degli impianti fotovoltaici) che verrà discusso oggi in Consiglio provinciale. L'obiettivo, come detto, è di “tentare di mitigare il rischio” sul fronte dell'approvvigionamento energetico “che da una dipendenza, quella legata alla Russia, si passi ad un'altra, legata in questo caso alla Cina”.
Secondo le direttive europee infatti, è previsto che entro il 2030 il mix energetico dei vari Stati membri si componga per almeno il 32% di fonti energetiche rinnovabili: “Tra queste – scrive Degasperi – sia per migliorare le prospettive ambientali che l'autonomia energetica, una parte rilevante spetterebbe agli impianti fotovoltaici (almeno l'8%). Stante la situazione odierna però, il rischio è quello di proseguire comunque sulla pericoloso china della dipendenza dell'Ue e dell'Italia, semplicemente sostituendo un Paese straniero con un altro”.
I dati forniti dal consigliere provinciale parlano chiaro: “Oggi il 70% della produzione di pannelli è cinese, l'Ue importa il 63% del settore solare dalla Cina, il 9% della Malesia e il 6% dalla Corea del Sud. La Cina detiene inoltre il 96% della produzione mondiale di wafer solari”. Insomma, conclude Degasperi: “Se veramente si intende puntare sull'energia solare come uno degli elementi portanti delle strategie per il 2030 e per il 2050 (obiettivo dichiarato: 12%) è necessario orientare ricerca e investimenti per sviluppare ricerca e produzione anche sul nostro territorio. Un ulteriore ambito in cui andrebbero concentrati gli sforzi e le risorse dovrebbe essere quello oggi assolutamente trascurato, del riciclaggio dei pannelli, stante anche la carenza di materie prime come il silicio”.