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Il Comune di Trento nega l’accesso ai dati sui capanni da caccia, Degasperi: “Qualcosa nella norma non funziona, perché c’è tutta questa reticenza?”
Anche il Comune di Trento non vuole consegnare i dati sui capanni da caccia. Degasperi: “Da quando sono consigliere non mi è mai successa una cosa simile”

TRENTO. “Il Comune non è un ente funzionale della Provincia e la sua richiesta non è stata sufficientemente motivata”, in estrema sintesi è questo che il consigliere Filippo Degasperi si è sentito rispondere dall’amministrazione di Trento dopo aver chiesto (tramite un’istanza di accesso agli atti) di conoscere i dati sui capanni da caccia presenti sul territorio comunale.
“Da quando sono consigliere non mi è mai successa una cosa simile – afferma Degasperi – evidentemente qualcosa nella norma non funziona ma viene da pensare che il Comune non sia in possesso dei dati richiesti, non si capisce perché queste informazioni siano praticamente impossibili da avere”.
L’amministrazione di Trento infatti ha sottolineato di ritenere “che il diritto di accesso dei consiglieri provinciali non si estenda agli atti del Comune, in quanto quest’ultimo evidentemente non rientra né tra gli enti funzionali della Provincia né tra le società da essa controllate e partecipate”. Inoltre il Comune ha precisato che “per l’esercizio del diritto di accesso documentale non è sufficiente un mero richiamo alla normativa, essendo per contro necessario che il richiedente espliciti le motivazioni alla base della propria posizione di interesse qualificato, in modo da consentire all’amministrazione detentrice del documento richiesto la verifica dei presupposti di individualità, concretezza e attualità dell’interesse ostensivo richiesti dalla legge per l’esercizio del diritto”. Eppure dovrebbe essere evidente l’interesse di un rappresentante eletto dai cittadini ad avere certi dati.
“Ho segnalato più volte la presenza di alcuni capanni da caccia realizzati senza rispettare le norme previste, che peraltro sono poche e troppo permissive”, sottolinea il consigliere di Onda Filippo Degasperi. Lo stesso consigliere provinciale aveva provato a modificare la legge urbanistica per far approvare dei criteri più stringenti ma il provvedimento era stato bocciato.
“Sul finire della passata legislatura – continua Degasperi – il Centrosinistra aveva persino concesso ai cacciatori di utilizzare il plexiglass e dotarsi di stufe per i loro capanni. Poi c’è il tema dello smaltimento dello smaltimento perché può capitare che i capanni vengano abbandonati ma nessuno si preoccupa di smantellarli. Inoltre – conclude il consigliere – per chi sgarra mancano sanzioni adeguate”.
In Trentino infatti ci sono migliaia di capanni da caccia ma nessuno ne conosce la posizione esatta, in Toscana invece i dati sono caricati online sul sito della Regione ed esiste pure una mappa. Persino il Difensore civico aveva suggerito l’introduzione di una disciplina per “assicurare un controllo e, quindi, un’attività ricognitiva puntuale, in buona sostanza un censimento, in ordine all’entità numerica degli appostamenti sul territorio”.