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Lupi da abbattere? Il ministro fa dietrofront ma non l’assessore Schuler: “A livello politico troviamo porte aperte, lavoriamo a un piano nazionale che prevede i prelievi”
Arnold Schuler, l’assessore altoatesino all’agricoltura, spiega i suoi piani per l’abbattimento dei lupi: “Il nostro obiettivo è quello di approvare una linea guida provinciale e chiedere solo una volta il parere dell’Ispra per poi intervenire il più presto possibile”

BOLZANO. Per i grandi carnivori si prefigura un futuro incerto. Nei giorni scorsi il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e forestale, Francesco Lollobrigida, in visita a Bolzano, aveva aperto alla possibilità di abbattere lupi e orsi. Nel giro di 48 ore però era arrivata la marcia indietro, precisando: “Non sono un tecnico mi devo affidare alla scienza e per quanto di competenza al Parlamento italiano, poi è evidente che esistono normative europee alle quali adeguarsi”.
Quando però certe porte vengono aperte poi è difficile richiuderle. Arnold Schuler, l’assessore altoatesino all’agricoltura, ha infatti rievocato la possibilità di effettuare dei prelievi sui grandi carnivori che attaccano il bestiame o si avvicinano troppo ai centri abitati. Ai microfoni della Rai ha dichiarato: “Adesso troviamo qualche porta aperta a livello politico, stiamo lavorando un piano lupo a livello nazionale che prevede, per la prima volta, in certi casi, la possibilità di un prelievo”.
Secondo Schuler lo stato di conservazione dei lupi in Italia sarebbe stato raggiunto perché nella Penisola ci sono oltre 3.000 esemplari. In Alto Adige la stessa Provincia di Bolzano, nel 2021, ne stimava circa una trentina.
“Al momento – ha affermato Schuler – per prelevare ogni singolo esemplare è necessario chiedere il parere dell’Ispra ma il nostro obiettivo è quello di approvare una linea guida provinciale e chiedere solo una volta il parere dell’Ispra per poi intervenire il più presto possibile”. Il nuovo regolamento (che al momento sarebbe solo una bozza) dovrà comunque passare al vaglio del governo di Roma. Va ricordato che l’Svp alla fine non ha votato contro la fiducia al Governo Meloni proprio per lasciare aperte le porte a possibili trattative su questioni che riguardano le competenze provinciali.