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Santi e Betta condanno il consigliere alleato per le frasi omofobe: “Brutta pagina, no a ogni espressione sessista o irrispettosa delle persone omosessuali”
Futura e Sinistra Italiana chiedono le dimissioni del consigliere Lorenzo Prati che in aula aveva detto: “È facile fare il finocchio con il coso degli altri”. Ulivieri e Michelotti: “È proprio stigmatizzando immediatamente episodi di questo tipo che si può tentare di fare crescere la società nel rispetto e nell’uguaglianza”

RIVA DEL GARDA. È una condanna unanime quella che tocca al consigliere di maggioranza Lorenzo Prati che, mentre in aula si discuteva delle modifiche alla viabilità di Varone, ha affermato: “È facile fare il finocchio con il coso degli altri”.
Se le parole di Prati sono state immediatamente stigmatizzate dal Partito Democratico e da Arcigay la dura reazione è arrivata anche dalla sindaca di Riva del Garda Cristina Santi: “No a ogni espressione sessista o irrispettosa dei diritti delle persone omosessuali. Quando parliamo di diritti, non bisogna mai dimenticare che il diritto comincia dal rispetto e che tale rispetto, soprattutto da parte di chi ricopre ruoli istituzionali, non deve mai venire meno. Il fatto che il consigliere in questione sia espressione della maggioranza nulla toglie per quanto mi riguarda alla gravità del suo comportamento: perché la difesa dei principi deve essere salvaguardata sempre, in ogni caso e in ogni circostanza”.
Parole condivise anche dalla vicesindaca del Patt Silvia Betta: “Ieri in consiglio comunale tra il pubblico c’erano ragazze e ragazzi non ancora maggiorenni che vivono la politica come l’arte nobile del confronto e del governo democratico della loro città. Mi spiace che abbiano assistito a una brutta pagina della nostra storia di dibattito consigliare scaduto più volte in epiteti, offese o risatine di scherno da parte di entrambi gli schieramenti. Spero si torni presto a rispettare persone, luoghi e ruoli istituzionali così come normalmente dovrebbe essere in ogni incontro politico”.
Da Futura Alto Garda e Ledro osservano che qualcuno potrebbe tentare di minimizzare l’accaduto, un errore da non fare. “Ad Arco abbiamo proposto di adeguare il linguaggio di genere in una prospettiva inclusiva, consapevoli dell’importanza della comunicazione”, sottolineano il consigliere delegato ai Diritti Civili di Arco, Tommaso Ulivieri, e Lucrezia Michelotti vicepresidente di Arcigay. “La nonchalance con la quale è stato proferito quel termine triviale e maschilista è figlio di quella cultura omobitransfobica. È proprio stigmatizzando immediatamente episodi di questo tipo che si può tentare di fare crescere la società nel rispetto e nell’uguaglianza. Ci auguriamo – concludono da Futura – che la sindaca Santi sia conseguente a questa consapevolezza”.
Dello stesso avviso anche Jacopo Zannini di Sinistra Italiana che chiede le dimissioni di Prati: “Parole ignobili e omofobe credo che non gli resti altro che porgere le scuse e dimettersi. Chi usa termini del genere non può avere cittadinanza dentro le istituzioni”.