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Accorpamento nidi e scuole dell'infanzia, Masè difende il suo ddl: "Indirizzi pedagogici? Non li deve dare la legge. Necessità di razionalizzare le risorse"
Continua il dibattito sul ddl "zerosei" in Quinta commissione. La consigliera della Civica: "Non si vuole imporre nulla ai comuni e alle insegnanti. Non sono previste classi comuni per i bambini: il personale dei nidi seguirà sempre i più piccoli e le maestre delle materne i più grandi". Il no dell'opposizione, Coppola: "Serve una fase sperimentale". Maestri: "Ddl da riscrivere"

TRENTO. "Non è vero che manca un disegno pedagogico. Molti sono i passaggi dedicati ai criteri educativi. Non si parla di accorpamenti, ma di integrazione dei servizi". Con queste parole Vanessa Masè respinge le critiche in Quinta commissione riguardo al suo disegno di legge "zerosei" per l'accorpamento di nidi e scuola materne. Un ddl contestato che non era stato ben accolto né dalle parti politiche né dal personale scolastico.
Masè innanzitutto ha tracciato un quadro delle scuole dell'infanzia in Trentino che "nel passato sono arrivate a ospitare 19 mila iscritti, contro i 12.700 attuali" e che nell’anno scolastico 2023 – 2024 "si ridurranno a 12.300". Un calo evidente, sottolinea la consigliera della Civica, "di fronte al quale permane la volontà di mantenere il più possibile i servizi d’infanzia sul territorio. Non si può dimenticare che perdendo 20 sessioni all’anno si rischia di perdere 60 insegnanti". Per quanto riguardo i nidi, invece, "i posti sono oggi 3.800 e con gli investimenti del Pnrr si potranno avere in 5 anni altri 500 posti in più - prosegue Masè -. Un salto in avanti, certo, che però non basta".
Una delle grandi criticità contestate soprattutto dalle consigliere Paola Demagri (CasaAutonomia.eu), Lucia Maestri (Pd) e Lucia Coppola (Europa Verde) è l'aspetto pedagogico. "Gli indirizzi pedagogici - ribatte Masè - non li deve dare la legge: questi spettano alle linee guida. Cioè agli atti successivi che non vengono decisi dalla politica che è chiamata a tracciare il quadro, ma non i contenuti educativi". Quindi, a detta della consigliera della Civica, "non si tratta di una deregolamentazione, come è stato affermato dall’opposizione, tutt’altro. Perché la deregolamentazione è quella che c’è oggi".
Altro grande tema, l'accorpamento del personale. "Non si vuole imporre nulla ai comuni e alle insegnanti - afferma Masè -. Il ddl non prevede che i bambini vengano messi in classi comuni: il personale dei nidi seguirà sempre i più piccoli e le maestre delle materne i più grandi. Ma un degli obiettivi principali è l’inserimento a pieno titolo dello 'zerosei' nel percorso scolastico. In questa logica di espansione dell’offerta educativa e formativa non ha senso investire 2 milioni di euro per costruire nuovi edifici quando, con 500 mila euro, si possono recuperare spazi in strutture delle scuole d’infanzia già capillarmente presenti".
La stessa consigliera ammette però che "quello economico non è il primo obiettivo del ddl anche se la necessità di razionalizzare le risorse, per dare continuità al servizio, è evidente".
A sostenere il ddl anche l'assessore provinciale all'Istruzione, Mirko Bisesti: "Ci sono difficoltà - dichiara -, per tenere aperte scuole in zone periferiche e in quelle più colpite dal calo
demografico. Lo 'zerosei' è una sfida che il Trentino può e deve accettare".
Rimane invece critica l'opposizione. "L'obiettivo - sostiene Demagri - rimane quello di razionalizzare strutture e personale. Su questo va fatta chiarezza". Ad aggiungersi anche la voce di Coppola: "Ci si trova di fronte a una forzatura perché prima di elaborare una legge, serve una fase sperimentale. Non solo, ma in Commissione, è stata negata l’opportunità di ascoltare chi sta facendo esperienze in questo campo". A ribadire i propri dubbi anche Maestri: "Non sono contrarie alle riforme - conclude - che però vanno guidate sentendo tutti gli attori. La Federazione delle scuole materne ha espresso più riserve che hanno portato agli emendamenti presentati da Masè. Il ddl va riscritto".