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"No all'accorpamento di asili nido e scuole dell'infanzia". La maggioranza esclude i sindacati, Demagri: "Manca la parte pedagogica"
La consigliera di CasaAutonomia.eu, insieme alle colleghe Maestri (Pd) e Coppola (Europa Verde), ha richiesto alla Quinta Commissione di ulteriori audizioni riguardo al ddl sulle scuole dell’infanzia che però sono state negate: "Pochissima considerazione ai percorsi formativi degli insegnanti e all'impatto sui bisogni del bambino"

TRENTO. No all'accorpamento di asili nido e scuole materne in strutture uniche, con stesso personale e senza una differenziazione nei modelli pedagogici. E' questo quando dichiarato dalla consigliera di CasaAutonomia.eu Paola Demagri, che assieme alle colleghe Lucia Maestri (Pd) e Lucia Coppola (Europa Verde) ha richiesto alla Quinta Commissione di tenere ulteriori audizioni riguardo al disegno di legge numero 135 sulle scuole dell’infanzia.
"Il ddl in questione prevede l'accorpamento dei due servizi 0-3 e 3-6 tramite una cerniera che non è confacente agli impianti normativi che regolano entrambi i servizi - spiega Demagri -. La nostra richiesta nasce dunque dalla necessità di assicurarci che questa legge valorizzi l’impianto socio educativo degli asili nido e scuole dell’infanzia, oltre che dal legittimo bisogno di chiarire alcune perplessità in merito, condivise sia da noi che da molti professionisti del settore".
Le audizioni tenute finora sembrano presentare una grave carenza: "Manca la parte pedagogica - prosegue -, l'ascolto di esperti e professionisti in grado di definire in maniera completa ed esaustiva quali siano le possibili ricadute della proposta sulla crescita e il percorso educativo dei bambini". A rivendicare il mancato ascolto anche il sindacato del personale del nido (Satos) che non sarebbe stato consultato e che ora chiede delucidazioni sul perché non sia stato convocato.
"Se la consigliera Masè, che propone questo ddl, ha veramente dedicato 10 anni alla sua stesura - dice Demagri -, confrontandosi esaustivamente con la popolazione e il territorio come da lei affermato, noi chiediamo meramente di aggiungere tre ore a questa decisione". La richiesta però non è stata accolta, "senza dare una valida motivazione".
"La presidente della Commissione non ha dato alcuno spazio alle nostre richieste - racconta Demagri -. Un evento estremamente insolito, in quanto questo genere di richieste di confronto con esperti esterni, che non fanno altro che migliorare il lavoro legislativo, non viene mai rifiutato da alcun presidente".
Un ddl che quindi verrà analizzato "senza tenere conto dell’aspetto educativo e pedagogico, che dovrebbe invece essere il pilastro centrale attorno al quale si sviluppa tutto questo processo" e in cui viene data "pochissima considerazione ai percorsi formativi degli insegnanti e all’impatto del progetto sui bisogni del bambino, che secondo gli esperti sono fortemente cambiati in questo nuovo contesto sociale". Si andrebbe infatti ad accorpare due sistemi con scopi diversi: uno, quello del nido, un servizio conciliativo con un altro, quello della materna, più educativo e formativo.
"E' evidente che gli intenti della maggioranza leghista siano quelli di fare i conti con la parte economica e di razionalizzazione - accusa la consigliera -, pensando unicamente all'unificazione del disegno di legge per andare a sfruttare il più possibile le strutture, convogliando in un'unica luogo due processi socio-educativi diversi e razionalizzando le risorse umane, senza considerare le possibili ricadute. In questo ddl, come in tutti quelli portati avanti dalla maggioranza, non si dà alcuno spazio al confronto, in perfetto stile leghista".
Secondo quanto riportato da CasaAutonomia.eu, nessuna delle (poche) parti coinvolte sarebbe favorevole. "Queste non sono soltanto preoccupazioni nostre - conclude Demagri -, ma sono i timori di molti professionisti che ogni giorno lavorano in questa realtà, spendendosi per il benessere dei più piccoli".