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“Mentre a Bruxelles si parlava degli orsi trentini Fugatti era a farsi foto al Giro d’Italia”, Zanella contro il presidente della Provincia
Il commento di Zanella: “Fugatti ha passato un mese dichiarando guerra a lupi e orsi, quando però dalle parole si deve passare ai fatti lui non c’è, per parlare di grandi carnivori a Bruxelles erano presenti solo Kompatcher e i presidenti del Tirolo e del Vorarlberg”

TRENTO. Nella giornata di ieri, 24 maggio, il Giro d’Italia ha fatto tappa in Trentino. Contemporaneamente a diversi chilometri di distanza, nell’ufficio di rappresentanza dell’Euregio a Bruxelles, si discuteva di grandi carnivori. In Belgio erano presenti Arno Kompatscher, presidente della provincia di Bolzano e i presidenti del Tirolo e del Vorarlberg ma non c’era Maurizio Fugatti che invece era a firmare autografi e scattarsi foto a Pergine, da dove è partita la tappa del Giro d’Italia.
“Il presidente della Provincia di Trento – osserva Paolo Zanella di Futura – ha passato un mese dichiarando guerra a lupi e orsi, fatto comizi da campagna elettorale in piazza, prendendosela contro chi l’orso non l’ha gestito anche se la Lega è al governo da 5 anni. Quando però dalle parole si deve passare ai fatti lui non c’è, a Bruxelles non era presente”.
Eppure secondo il consigliere provinciale di Futura, Piazza Dante è quella che più di tutti avrebbe più necessità di interloquire con l’Europa per modificare le direttive e farsi promotrice di un cambio di gestione sui grandi carnivori.
“Fugatti però è assente e ancora una volta delega. A perorare la causa e a chiedere un allentamento della direttiva Habitat erano presenti solo Kompatcher e i presidenti del Tirolo e del Vorarlberg. Evidentemente – punta il dito Zanella – sul tema dell’orso Fugatti ritiene di aver fatto abbastanza campagna elettorale concedendosi un bagno di follaal Giro d’Italia. D’altra parte nei grigi uffici di Bruxelles i tifosi mica ci sono”.
Per il consigliere di Futura questa vicenda ricorda molto quella del segretario leghista, Matteo Salvini, “che si lamentava nelle piazze dei migranti e dell’Italia lasciata sola in Europa a gestirli, ma quando era il momento di sedersi ai tavoli come europarlamentare per cambiare gli accordi di Dublino non si faceva mai vedere”. Poi Zanella conclude: “Che la non gestione dell’orso, come quella dei migranti, siano funzionali alla campagna elettorale? In fondo un capro espiatorio a chi alimenta politiche d’odio fa sempre comodo”.