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Malga Zonta, 74 anni dopo l'eccidio ''la Resistenza è ancora attuale''. La vicesindaca di Marzabotto: ''L'Europa muore nelle carceri libiche''
Come ogni anno si sono svolte le celebrazioni del ricordo di quel giorno del 1944 quando i nazisti ammazzarono 17 persone tra civili e partigiani. Alessandro Olivi: "Già allora la divisione era tra sovranismo e autonomia, tra pluralismo e omologazione"

TRENTO. Come ogni anno, anche quest'anno sono stati tanti quelli che dal Trentino e dal Veneto hanno raggiunto Malga Zonta per il ricordo dell'eccidio che nel 1944 portò all'uccisione di 17 persone, 14 partigiani e 3 civili, uccisi dai nazisti.
A 74 anni di distanza da quei tragici fatti, il messaggio della Resistenza è quando mai attuale. Questo hanno ricordato Alessandro Olivi, vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico, il sindaco di Schio Walter Orsi e quello di Folgaria Walter Forrer.
Sul palco delle celebrazioni anche Teresa Peghin “Wally”, partigiana vicentina, mentre l'orazione ufficiale è stata tenuta dalla vicesindaca del Comune di Marzabotto Valentina Cuppi. Quest'ultima ha sottolineato il ruolo fondamentale delle donne nella Resistenza, menzionando la drammatica strage di Marzabotto con l’accanimento anche su donne e bambini.
La vicesindaco ha ricordato come la lotta al nazifascismo non sia finita: “Questa è la fase del fascismo 2.0, capace di entrare nella società in modo subdolo e fuorviante. Tutti abbiamo la responsabilità di difendere la democrazia con gli strumenti a disposizione. Dobbiamo lavorare a un’Europa di popoli che non innalzi muri e si occupi seriamente di inclusione sociale".
"L’Europa di Ventotene - ha aggiunto, legandosi con l'attualità - muore nelle carceri libiche, muore quando fa fermare in Turchia le persone che fuggono dalle guerre. Studiate – sono state le conclusioni di Valentina Cuppi che ha citato Gramsci - perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza”.
A nome della Giunta, Olivi ha spiegato che “tra omologazione e pluralismo e tra sovranismo e autonomia i partigiani hanno scelto da che parte stare e ci hanno insegnato che è dalla lotta alla libertà che nasce la vera autodeterminazione di un popolo”
“I partigiani operarono al tempo come una minoranza contro la maggioranza silenziosa e rassegnata. Solo con il loro sacrificio noi oggi possiamo contare sulla democrazia, sui diritti civili. I partigiani sono stati i primi a dire no a una forma di società che si basava sul sovranismo, ci hanno insegnato che il popolo è sovrano se nessuno è sovrano".
"La resistenza ha combattuto il sovranismo perché sapeva che l’unica soluzione per l’Italia era quella dentro un progetto di integrazione europea, basato su uguaglianza, parità e sul contrasto al razzismo". Parole apprezzate dai presenti e condivise anche dal direttore della Fms Ferrandi, che ripercorrendo i fatti ha spiegato “l’eccidio di Malga Zonta non può essere trattato come fatto isolato”.
Dopo il raduno e la sfilata coi labari e il picchetto d'onore, accompagnata da un quintetto di ottoni, prima che la cerimonia iniziasse con i discorsi ufficiali è stato chiesto un minuto di raccoglimento per ricordare i tragici fatti di ieri a Genova.