Sulle Pale di San Martino si è sfiorato il nuovo record italiano di temperatura più bassa di sempre
Alla Busa del Miel sono stati raggiunti i -49,4 gradi, a soli 0,2 gradi dal record precedente registrato sempre sulle Pale. A giugno la temperatura è scesa fino a- 6,3 gradi

TRENTO. Un San Valentino gelato sulle Pale di San Martino. Il 14 febbraio scorso si è sfiorato il record italiano di temperatura minima. Alla Busa del Miel a quota 2.614 metri le strumentazioni hanno raggiunto i -49,4 gradi, un valore superiore di 0,2 gradi alla minima stabilita nel sito freddo di Busa Fradusta, sempre sulle Pale di San Martino.
Un monitoraggio della Busa del Miel targato Meteo Triveneto e Meteotrentino in collaborazione con Ncr/Isac e il Parco naturale Paneveggio e Pale di San Martino.
I dati registrati mostrano la particolare morfologia della Busa del Miel rispetto a Sella di Manna. Le altitudini sono praticamente identiche, ma la prima località è una depressione e questo consente all'aria fredda di accumularsi sul fondo della conca per cedere calore verso la libera atmosfera.
Questo abbatte la temperatura fino a -49,4 gradi rispetto a Sella di Manna che si attesa a 25 gradi in più.

Cielo sereno, scarsa umidità, poco vento e terreno innevato: questi gli elementi favorevoli a ottenere questa eccezionale inversione termica. Precisi anche i vari momenti dell’andamento termico, dopo il tramonto la temperatura inizia a calare e da -15 gradi si porta a -44 gradi alle 20.
"Molto interessante - spiega Giampaolo Rizzonelli, responsabile per Meteo Triveneto del Progetto monitoraggio dei siti freddi - anche l’aumento di temperatura rilevato dopo la mezzanotte, il vento è entrato nel sito di Busa del Miel ed ha scalzato e rimescolato l’aria fredda presente sul fondo, riportandola a valori identici a quelli di Sella di Manna, con un aumento di ben 19 gradi in soli 15 minuti".
Il monitoraggio della località avviene dal 2008 e "le potenzialità - prosegue il responsabile - morfologiche della Busa del Miel sono tra le migliori per 'sky view factor' (porzione di cielo visibile): il sito infatti riesce a cedere calore verso la libera atmosfera per l'assenza nelle vicinanze di cime molto elevate, che potrebbero ostacolare il raffreddamento dell'aria".
A questo si aggiunge che i piccoli rilievi intorno al sito fungono da recipiente per l'aria fredda, la quale si accumula sul fondo del sito, che a tutti gli effetti diventa un vero e proprio "catino di aria fredda".
"Il sito freddo di Busa del Miel a fine febbraio scorso - conclude Rizzonelli - è stato ricoperto dalla neve per oltre 6 metri, quindi i dati successivi all'1 marzo sono andati persi. Le potenzialità di “produrre aria fredda” di questi siti sono dimostrate dai dati rilevati in questo mese di giugno. Per rendere l’idea la minima rilevata a Sella di Manna la mattina del 16 giugno è stata di +0,9 gradi mentre nella vicina Busa di Manna si è scesi fino a -6,3°C".