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Coronavirus, l’appello di 46 giovani medici trentini: “Non possiamo lavorare perché siamo bloccati dalla burocrazia”
Ritardi e inefficienze hanno lasciato in un limbo 24mila giovani medici: “Noi ‘camici grigi’, medici abilitati non specializzati, lavoriamo già nelle Unità Speciali contro il Covid-19 e nei servizi di contact tracing, ma siamo stati costretti ad abbandonarli per le mancanze del Ministero. Chiediamo dignità, chiarezza e di iniziare al più presto il lavoro per cui abbiamo studiato e di cui il nostro Sistema Sanitario ha bisogno ora come non mai”

TRENTO. Il momento è critico, la seconda ondata di Covid-19 ha praticamente raggiunto il picco. Solo ieri, 4 dicembre, in Italia si sono registrati 24.099 casi e se è vero che ricoveri e terapie intensive stanno lentamente diminuendo le strutture sanitarie restano sotto pressione. Da più parti, e in più occasioni, si è parlato della carenza di personale sia in ambito infermieristico che in quello medico. Durante la prima fase si arrivò addirittura a inquadrare nei reperti ospedalieri i neolaureati, tanta era la richiesta.
Eppure, succede che tra inefficienze e ritardi molti giovani medici, 24mila quelli che hanno partecipato, si trovano bloccati nel limbo del concorso nazionale per entrare in specialità. Lo scorso settembre infatti si è tenuto il test per accedere alle specializzazioni mediche che metteva in palio 14.455 posti. Ad oggi nessuno dei partecipanti ha un quadro chiaro sul proprio futuro perché fra ricorsi al Tar e ritardi il Ministero non ha ancora pubblicato una graduatoria definitiva.
“È bene ricordare – spiegano 46 medici trentini che hanno sottoscritto una lettera – che moltissimi di noi camici grigi, medici abilitati non specializzati, lavorano nei servizi di Continuità Assistenziale, nelle Unità Speciali contro il Covid-19, nei servizi di contact tracing e nelle sostituzioni di medicina generale”. Incarichi quest’ultimi, che il più delle volte sono incompatibili con i corsi di specialità “la maggior parte di noi – aggiungono – ha già rassegnato le dimissioni basandosi su cronoprogrammi che non sono stati rispettati”. Di fatto, per via dell’inefficienza del Ministero sono stati sguarniti servizi fondamentali al contrasto della pandemia. Per questo 46 giovani medici trentini hanno sottoscritto una lettera (pubblicata integralmente qui sotto) per chiedere di sbloccare la situazione.
Siamo un gruppo di medici e scriviamo per mettere ufficialmente al corrente l’opinione pubblica della situazione critica in cui versano attualmente circa 24 mila medici, tra cui i firmatari della presente lettera, bloccati nel limbo del concorso nazionale per entrare in specialità.
Inefficienze e ritardi ci stanno fortemente penalizzando. Facciamo un breve riassunto dello storico:
-) 22 settembre: 24 mila medici partecipano al test per le specializzazioni mediche, a fronte di 14.455 borse disponibili;
-) 5 ottobre: era prevista la pubblicazione della graduatoria di merito in attesa della pubblicazione delle assegnazioni nella giornata del 12 ottobre. Alle ore 12 viene comunicato che, a seguito di numerosi ricorsi presentati al TAR Lazio, la graduatoria sarà pubblicata in una successiva data;
-) 26 ottobre: viene pubblicata una graduatoria provvisoria in attesa delle prime pronunce del giudice amministrativo;
-) 9 novembre: viene reso noto un “cronoprogramma” con cui si preannuncia che la fase di scelta sarà aperta dal 23 al 27 novembre per poi pubblicare le assegnazioni il 30 novembre;
-) 23 novembre: viene comunicato che la fase di scelta rimarrà aperta fino al 30 novembre;
-) 30 novembre: seconda proroga della fase di scelta fino al 1 dicembre per poi pubblicare le assegnazioni il 3 dicembre; la presa di servizio è prevista per il 30 dicembre;
-) 3 dicembre: ennesimo rinvio della fase di assegnazione a data da destinarsi e, comunque, dopo il 15 dicembre perché il MUR attende altre pronunce del giudice amministrativo.
Tale complessa vicenda ha portato a un ritardo enorme nelle tappe previste dal bando in un momento delicatissimo per il nostro Paese e Sistema Sanitario Nazionale: ormai da mesi siamo in balia di comunicazioni tardive da parte del Ministero con cui si stabiliscono date “inderogabili” che puntualmente, tuttavia, vengono disattese e sempre all’ultimo momento.
È bene ricordare che moltissimi di noi camici grigi, medici abilitati non specializzati, lavorano nei servizi di Continuità Assistenziale, nelle Unità Speciali contro il Covid-19, nei servizi di contact tracing e nelle sostituzioni di medicina generale. Peraltro, quasi tutti questi incarichi sono incompatibili con la presa di servizio nel Corso di specialità, per cui la maggior parte di noi ha già rassegnato le dimissioni basandosi su cronoprogrammi sul cui rispetto vi è tuttora incertezza, ma soprattutto sguarnendo servizi fondamentali in piena seconda ondata pandemica.
Ci sentiamo in dovere di portare a conoscenza di tale situazione l’opinione pubblica, composta dalle stesse persone di cui abbiamo cura ogni giorno, oggi come nel nostro futuro. Chiediamo dignità, chiarezza e di iniziare al più presto il lavoro per cui abbiamo studiato e di cui il nostro Sistema Sanitario ha bisogno ora come non mai.
Nicoletta Abram
Andrea Balbinot
Greta Rachele Bazzanella
Chiara Bellini
Chiara Berra
Nicolò Caldonazzi
Lisa Caresia
Michele Carlin
Alessandro Castelli
Alberto Corbolini
Valentina Favetta
Eleonora Fezzi
Elena Foradori
Emma Franceschi
Isotta Galvagni
Alessandro Giovannini
Valentina Huber
Claudia Leli
Clara Luehwink
Giulia Malfer
Giulio Manzana
Martina Marchel
Melissa Berti Marion
Federica Martini
Sara Mazzetti
Laura Miori
Simone Monegatti
Francesca Laura Nava
Giulia Orsingher
Pietro Pallanch
Andrea Palmieri
Alex Patton
Chiara Pisetta
Francesco Pollastri
Alessandra Roccabruna
Francesca Scalvenzi
Arianna Scartezzini
Jessica Silvestri
Filippo Andrea Sinosi
Marco Taufer
Carlotta Tedoldi
Camilla Terzi
Jacopo Tonelli
Manuel Tonelli
Mariagiulia Vassallo
Maria Vittoria Ventura