Coronavirus, la psicologa: ''Con la pandemia molti più ragazzi si avvicinano alla sfera affettiva online, scoprendo i modelli negativi dei porno''
Roberta Bommassar, presidente dell'ordine degli psicologi della Provincia di Trento, approfondisce l'impatto del Covid sui ragazzi che frequentano le medie. "E' un periodo di grande cambiamento sia fisico che psicologico in cui si approfondiscono i rapporti, tra lockdown e divieti però sempre più giovani soddisfano la loro curiosità su internet, scoprendo un mondo per il quale non sono ancora pronti"

TRENTO. Dopo aver descritto le problematiche causate da un anno di pandemia nei bambini che frequentano la scuola dell'infanzia (Qui articolo) e le elementari (Qui articolo), oggi Roberta Bommassar, presidente dell'Ordine degli psicologi, si concentra sulla situazione psicologica dei ragazzi delle medie, approfondendo le conseguenze di un anno in cui tra scuole chiuse e distanziamento sociale le possibilità di relazionarsi con i coetanei sono diminuite drasticamente.
Dagli 11 ai 14 anni ragazzi e ragazze attraversano importanti cambiamenti sia a livello fisico che psicologico, qual è la ricaduta più significativa avuta dalla pandemia in questa fascia d’età?
I problemi principalmente scaturiscono da una netta diminuzione delle possibilità di sviluppo nell’ambito relazionale ed affettivo. Il rapporto con gli altri acquista un ruolo centrale nella vita dei ragazzi durante il periodo delle medie. Se per i più giovani l'aspetto sociale viene vissuto come un'occasione – in cui il compagno o l'amico permettono in poche parole di esperire l'attività di gruppo partendo di norma dal gioco – in questa fascia d'età l'altro diventa importante in sé, la relazione diventa più intima, ci si fa più selettivi e si approfondiscono i rapporti.
La mancanza di un ambiente che permetta loro questo tipo di scambio – che può ovviamente svilupparsi solo in presenza – va ad intaccare in qualche modo la capacità relazionale dei ragazzi, già tra l'altro alle prese con profondi mutamenti fisici. In questo contesto i giovani – in particolare quelli delle medie – hanno pagato caro la pandemia. Non hanno potuto sperimentare. La formazione spontanea dei gruppi, dove il processo di arricchimento ed approfondimento delle dinamiche affettive si svolge in maniera naturale, è stata praticamente annullata. Quelle accumulate a causa della pandemia sono mancanze che prima o poi dovranno essere recuperate, in particolare con riferimento nella sfera affettiva. In quel contesto il “vuoto” viene spesso colmato – si fa per dire – attingendo ad altre fonti.
Cosa intende dire?
Purtroppo sempre più giovani scoprono la sfera sessuale attraverso la pornografia. È un trend in aumento da anni, ma il netto calo nei rapporti sociali determinato dall’emergenza pandemica ha acuito il problema. Nella fase in cui si lascia l'infanzia e si entra nell'adolescenza è tipico sperimentare, essere curiosi, cercare di capire le differenze fra i sessi e provare le prime forme di attrazione. È un processo assolutamente normale, sano, reso però molto difficoltoso dalla mancanza di interazione tra i banchi o nei luoghi di aggregazione extra scolastici. Diciamo che questo blocco porta molti ragazzi a cercare altre strade, ma i soggetti e le tematiche affrontate nella maggior parte del materiale pornografico di cui può disporre un quasi-adolescente si costruisce su modelli non realistici, su principi sbagliati che spesso sfociano nella possessione dell’altro o nella violenza.
A causa della mancanza d’interazioni si interromperebbe quindi in qualche modo una fase dello sviluppo?
No, non credo si debba parlare di un'interruzione: lo sviluppo dei ragazzi proseguirà comunque, ma leggermente distorto. La sovraesposizione alla sessualità virtuale è un problema che esiste da ben prima del Covid, la pandemia ha accelerato le cose e messo molti più ragazzi nella condizione di soddisfare la propria curiosità entrando a contatto con quel mondo.
A livello psicologico che conseguenze hanno avuto queste dinamiche sui ragazzi?
Partirei parlando di un aumento generale degli stati ansiosi, una condizione che dallo scoppio della pandemia ha coinvolto milioni di persone giovani ed anziane in ogni parte del mondo. In questa fascia d'età in particolare però l'ansia e l'agitazione sono accompagnate da un grande sentimento di frustrazione per i ragazzi, da una rabbia che scaturisce dall'impossibilità di svolgere quelle attività che sentono naturali, istintuali.
La reazione a questo tipo d’impedimenti è spesso rabbiosa, aggressiva, e di conseguenza abbiamo notato un aumento nelle conflittualità con i genitori. A parer mio il problema principale risiede in questo caso nell’accumulazione di emozioni negative dovute alla mancanza di un confronto quotidiano. In termini scientifici: se impedisci lo svolgersi delle micro crisi di assestamento all'interno di un sistema, il sistema diventa ipercritico. È la classica metafora della pentola a pressione, a forza di bloccare lo sfogo emotivo si arriva al punto di rottura. Dobbiamo ricordare che la rabbia ed in generale i sentimenti più negativi sono strumenti fisiologici che permettono appunto di scaricare la tensione.
In conclusione, che consigli avrebbe per i genitori in questa fase?
È sempre complicato indicare i comportamenti più corretti ai genitori dei ragazzi che stanno vivendo un periodo di mutamenti tanto importante. Bisogna verificare caso per caso le inclinazioni e le problematiche familiari nel particolare, ed è per questo che il consiglio principale che mi sento di dare è – se ce ne fosse il bisogno – di chiedere aiuto.
Nel momento in cui si sente che la tensione dentro casa è eccessiva, costante, o che tende addirittura ad aumentare col tempo non c'è niente di male nel rivolgersi ad un professionista, anche solo per chiarire l'effettiva portata del problema. Ancora una volta, la strada maestra nella risoluzione dei conflitti è il dialogo. Spesso con una semplice chiacchierata si riesca a capire la situazione ed a delineare una strategia per affrontarla. In generale poi direi che è molto importante leggere, informarsi e capire quello che ci circonda, approfondendo la realtà in cui vivono i ragazzi e le problematiche che si trovano ad affrontare.