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Femminicidio val di Fiemme, le api di Micheluzzi in vendita. Il sindaco: ''I figli non vogliono continuare l'attività e l'associazione cerca di salvare gli insetti''
Il sindaco di Castello-Molina di Fiemme, Marco Larger, a due settimane dal tragico femminicidio costato la vita a Viviana Micheluzzi per mano di Mauro Moser: "C'è grande disponibilità della comunità e si è molto vicini ai familiari per qualunque necessità". L'associazione apicoltori attiva per salvare le arnie e gli insetti

CASTELLO-MOLINA DI FIEMME. "La comunità è compatta e coesa". A dirlo Marco Larger, sindaco di Castello-Molina di Fiemme, a due settimane dal tragico femminicidio che ha scosso il Trentino e la val di Fiemme. "Ognuno si mette a disposizione per aiutare i figli e i genitori, senza invadere eccessivamente la sfera privata". In campo anche azioni per salvaguardare l'attività apistica e le arnie.
I terribili fatti erano avvenuti il 29 marzo nella zona di Dos dei Cavai a Castello di Fiemme quando Viviana Micheluzzi di 50 anni è stata uccisa dal marito Mauro Moser (Qui articolo). Un tremendo femminicidio che ha distrutto una famiglia e che fatto piombare nel dolore un'intera comunità, che ha trovato le forze per raccogliersi attorno ai tre figli della coppia.
"L'amministrazione comunale è sempre disponibile, ma tutta la comunità è molto unita - dice Larger - c'è grande disponibilità e si è molto vicini ai familiari per qualunque necessità. Sono stati rafforzati anche i servizi, come quelli sociali, per far fronte ai vari bisogni. Anche le situazioni già seguite e note vengono monitorate con maggior frequenza. Si fronteggiano tutti gli aspetti con un ordine primario".
Un'altra priorità è quella legata all'attività imprenditoriale: Viviana Micheluzzi e Mauro Moser erano i titolari di Dolci Sapori del Bosco.
Un'attività nata dalla passione per le api che era di Micheluzzi, una persona energica e creativa, amante della natura. Fin da piccola si era interessata alla vita di questi laboriosi insetti, la 50enne era conosciuta per praticare il ''nomadismo'' negli alpeggi incontaminati della val di Fiemme.
"Ho parlato con i figli - spiega il sindaco - che non sono intenzionati a portare avanti l'attività". La necessità è quella di trovare in primis una collocazione agli alveari, circa 300 famiglie di api. "L'ipotesi è quella di un acquisto solidale per salvaguardare questi insetti. Una situazione molto specifica che viene seguita dall'associazione apicoltori della valle di Fiemme per trovare le varie disponibilità e pianificare come procedere in questo caso", conclude Larger.