Calano i reati ma aumentano gli indagati: 236 i procedimenti registrati in Trentino-Alto Adige nel 2018 per maltrattamenti sugli animali
È stato stilato il rapporto “Zoomafia 2019” della Lav. La caccia di frodo l'ambito più interessato. Trento più di Bolzano, ma la maggior parte degli autori rimangono ignoti

TRENTO. Nel rapporto “Zoomafia 2019” stilato da Lav-Lega anti vivisezione”, associazione animalista nata nel 1977, il Trentino-Alto Adige registra nel 2018 ben 236 procedimenti per maltrattamento animale, il 2,42% dei reati compiuti in tutta la penisola. L'incidenza dei crimini commessi risulta pari a un 22,2 di procedimenti ogni 100 mila abitanti, con un tasso di 13,27 indagati ogni 100 mila - 141 è il numero delle persone indagate.
Rispetto al 2017 il rapporto, stilato dal criminologo e responsabile dell'Osservatorio Ciro Troiano, vede da una parte un calo dei procedimenti pari al -7,81% (da 256 a 236) e dall'altra un aumento del + 20,51% (da 117 a 141) degli indagati. Meno reati ma più persone coinvolte, dunque, in particolare in un ambito, la caccia di frodo, che fa della regione uno dei luoghi più interessati da questo fenomeno di criminalità zoomafiosa.
I dati fornitici dalla Lav riferiscono un'attività criminosa in regione consistente maggiormente in casi di uccisione di animali (544bis del Codice Penale), maltrattamenti (544ter), abbandono o mantenimento in condizioni inadeguate (727) e reati di caccia (art.30 della legge 157/92). Le Procure di Trento, Rovereto e Bolzano hanno dovuto affrontare ben 95 casi di uccisione di animali, 62 casi di maltrattamenti, 29 casi di abbandono e 39 casi di reati legati alla caccia. 1 il caso registrato di uccisione di animali altrui (638) e di traffico di cuccioli (art.4 della legge 201/1), in schiacciante maggioranza a carico di ignoti (si consideri che il numero di reati qui riportati comprende sia quelli che hanno autori noti che ignoti).
Domina questa triste classifica la Procura dei Trento, con percentuali nettamente più alte rispetto a quella bolzanina. Non si registrano in regione, d'altro canto, reati connessi agli spettacoli e manifestazioni con animali e a corse e combattimenti clandestini.
Il rapporto Lav “Zoomafia 2019”, giunto alla ventesima edizione, racconta di un Paese dove nel 2018 ogni 55 minuti è stato aperto un fascicolo giudiziario per reati a danno di animali, pari a 26 con 16 indagati al giorno, uno ogni 90 minuti. “Si ricordi - scrive nel rapporto Troiano - che si tratta di stime basate su un campione e non sul numero totale delle Procure italiane e che non hanno la pretesa di essere esaustive, ma solo indicative. In generale sono di più i reati denunciati a carico di ignoti che quello registrati a carico di autori noti. Se si considera poi che, notoriamente, i processi celebrati che arrivano a sentenza sono poco meno del 30 per cento, e di questi solo la metà si concludono con sentenza di condanna, i crimini contro gli animali che di fatto vengono puniti con sentenza sono solo una minima parte rispetto a quelli realmente consumati”.