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È morta l’aquila intossicata dal piombo: era stata portata al Cras di Trento in gravi condizioni

L’avvelenamento da piombo era troppo grave e l’aquila è deceduta nonostante le cure. Il rapace era stato recuperato in val Calamento nella zona di Telve

Di Tiziano Grottolo - 25 gennaio 2023 - 17:17

TRENTO. Alla fine non ce l’ha fatta l’aquila che nei primi giorni di gennaio era stata recuperata in val Calamento nella zona di Telve. Il rapace era stato portato al Centro recupero animali selvatici (Cras) del Bosco della città a Trento in gravi condizioni. Lo scorso 21 gennaio, nonostante le cure, è morta.

 

“L’aquila – spiegava la Provincia con una nota – non era in grado di volare e l’operatrice ha subito ipotizzato un avvelenamento da piombo. Il rapace è stato sottoposto ad esami clinici, che hanno confermato la diagnosi. Poiché l’avvelenamento è risultato molto grave, l’aquila è attualmente in terapia intensiva”.

 

L’avvelenamento da piombo, noto anche come saturnismo, è un problema serio per molti rapaci. Come ha dimostrato uno studio condotto dalla Parco Nazionale dello Stelvio in collaborazione con l’Ispra e vari enti regionali la problematica è particolarmente grave. Nel 44% delle carcasse di Aquila reale e avvoltoi analizzate sono stati evidenziati valori cronici di piombo superiori al normale e livelli da avvelenamento clinico nel 26% dei casi (articoli QUI e QUI). Il piombo infatti, è un metallo che se inalato o ingerito (ma anche se si rimane a contatto per periodi di tempo prolungati) può diventare molto pericoloso anche per la salute umana. Proprio per questo è stato rimosso da una ampia gamma di settori produttivi, il problema è che è ancora ampiamente utilizzato nelle munizioni per la caccia.

 

Le munizioni di piombo disperse negli ambienti naturali, presenti nel corpo degli animali abbattuti e nelle viscere degli ungulati lasciati sul terreno dai cacciatori dopo l’abbattimento, rappresentano un grave rischio per la salute degli uccelli selvatici che, se le ingeriscono, possono intossicarsi fino alla morte per saturnismo acuto e cronico. Solo nella provincia di Sondrio, dal 2005 al 2019, su 15 aquile reali recuperate, ben 9 (pari al 60%) sono morte affette da saturnismo cronico o acuto. Per far fronte a questo problema è stata lanciata pure una  petizione che ha raccolto più di 28mila firme. 

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