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2 giugno, Andreatta: ''Pericoloso sostenere che il popolo possa governarsi da sé'' e Rossi: ''Nessuno metta in discussione le istituzioni democratiche''
Durante la cerimonia che si è tenuta in piazza Duomo presente anche una rappresentanza dell'Anpi, le autorità civili e militari, il questore e il commissario del governo

TRENTO. Ribadire la fiducia nella Carta Costituzionale evitando la pericolosa delegittimazione delle istituzioni democratiche nate dal referendum 2 giugno del 1946. E' un invito ad abbassare i toni e a ribadire la propria fiducia nei valori della Costituzione e nei padri costituenti quello che è arrivato questa mattina durante le celebrazioni per la Festa della Repubblica del 2 giugno.
La cerimonia si è svolta in piazza Duomo alla presenza delle Autorità civili e militari, il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, il presidente della Provincia, Ugo Rossi, il commissario del Governo, Pasquale Antonio Gioffrè e il questore Massimo D'Ambrosio.
Presente anche l'Anpi assieme ad una rappresentanza del comune di Brentonico arrivato in piazza Duomo con una bandiera storica, quella della Repubblica Cisalpina. Presenti poi anche alcuni neo parlamentari trentini e i rappresentati dei partiti politici.

A prendere la parola è stato il sindaco di Trento, Andreatta, che ha parlato del “clima politico conflittuale” che si è venuto a creare e “il venir meno della condivisione del vocabolario democratico, scritto oltre 70 anni fa dai padri costituenti, e dunque la crescente incomunicabilità tra le forze politiche, sempre più autoreferenziali, sempre più incapaci di guardare all'interesse generale del Paese, di trovare convergenze in nome di un obiettivo più grande di quello elettorale”.
Mai come in questo periodo, ha affermato nel suo intervento il sindaco, la democrazia rappresentativa appare delegittimata. “E' pericoloso sostenere che il popolo, lungi dall'aver bisogno di istituzioni, può governarsi da sé, senza mediazioni, decidendo per alzata di mano come se la nostra democrazia fosse ancora quella dell'Atene di Pericle”.

La storia, ha proseguito, “ci ha insegnato che non c'è Repubblica senza una Costituzione, che non c'è Costituzione senza politica e non c'è politica senza partiti”. Quest'anno allora l'anniversario della nostra Repubblica assume un significato particolare. “Se siamo qui a festeggiare, è per ribadire la nostra fiducia nella Carta costituzionale e nei padri costituenti che, superando contrasti, visioni del mondo antinomiche, ideologie agli antipodi, riuscirono a tracciare il sentiero stretto capace di condurci fuori dalla palude della dittatura. E' su quel tracciato che oggi dobbiamo camminare, badando a non alterare pesi e contrappesi di un'architettura costruita per superare venti di tempesta e terremoti”. Andreatta nel proprio discorso cita Piero Calamandrei, costituente, fondatore del partito d'azione, che ammonì così i posteri sul significato della nostra carta costituzionale e cita poi Alcide De Gasperi presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica Enrico De Nicola e dal presidente della Costituente Umberto Terracini che firmarono la Costituzione. “Un trentino democristiano, un napoletano liberale e un comunista genovese. I tre non anteposero la propria appartenenza politica e la propria origine geografica all'interesse generale, non ritennero mai di dover chiedere a un partito o a qualsivoglia autorità il permesso di pensare” ha concluso Andreatta.
Dopo lo scontro istituzionale e politico a cui tutti abbiamo assistito a livello nazionale a chiedere di abbassare i toni in occasione del 2 giugno è stato anche il presidente della Provincia Ugo Rossi.
“E' inutile nascondere – ha affermato – il fatto che abbiamo vissuto settimane molto particolari per la nostra Repubblica. Per questo credo che oggi sia importante, celebrando il 2 giugno, essere tutti impegnati per abbassare i toni. Il confronto politico per quanto aspro, non dovrebbe arrivare a mettere in discussione le istituzioni democratiche”.

Ecco allora che per il presidente della Provincia, l'auspicio è che il 2 giugno possa portare “serenità , buoni propositi e capacità di metterli in atto”. “Per questo – continua – occorre pensare bene alle parole che si usano evitando la retorica ma anche l'esagerazione fine a se stessa”.
Per Rossi “ La Costituzione non è una macchina che va da sola ma ha bisogno del contributo di ognuno di noi”. Un richiamo poi all'importanza dell'Autonomia del Trentino e all'allora scelta lungimirante che fu fatta per il bene di un'intera comunità. “In un momento così difficile – ha concluso - dove sembrano prevalere le divisioni dobbiamo sforzarci a cercare tutti il bene comune per riuscire anche a ridurre le distanza tra istituzioni e cittadini”.

A parlare Di solidarietà, bene comune, collaborazione tra enti e istituzioni e dell'importanza dei valori costituzionali anche il commissario del Governo Pasquale Antonio Gioffrè. “Se viviamo una società libera – ha affermato – lo dobbiamo alla nostra Carta Costituzionale fondamento della nostra costituzione”. Tra i temi toccati dal Commissario del Governo, quello della mancanza del lavoro e della precarietà e i flussi migratori. “Sebbene da qualche tempo sembrano diminuiti – ha affermato Giuffré - non si può escludere che il fenomeno possa riprendere vigore. Il problema deve essere affrontato con spirito di solidarietà e il rispetto delle regole puntando sull'integrazione di chi ha diritto alla protezione internazionale. Questo accanto alla ferma e coerente presa di coscienza di tutti i Paesi europei”.
Sempre in piazza Duomo, è stato suonato l'Inno italiano durante il quale, infine, si è svolta l'alzabandiera sulla Torre civica.