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Appalti all'Università di Trento, congelati i beni di un ex dirigente per oltre 320 mila euro
Nel mirino ci sarebbero i lavori svolti per la sistemazione della sala di lettura ad Economia, la ristrutturazione di palazzo Sardagna e di un immobile in via Rosmini. L'ex dirigente Rinaldo Maffei è stato invitato a dedurre

TRENTO. La realizzazione di appalti “spezzatino” per evitare dei procedimenti concorrenziali e allo stesso tempo utilizzo del personale specializzato esterno dell'Università di Trento pur avendone al suo interno.
Tutto questo ha creato un danno erariale di oltre 320 mila euro, uno sperpero di denaro pubblico per il quale ora la Procura regionale della Corte dei Conti ha presentato il conto.
A finire nei guai è stato l'ex dirigente della Direzione patrimonio immobiliare e appalti dell'Università, Rinaldo Maffei. Assieme a lui nei guai sarebbe andato anche un altro dipendente dell'Ateneo ma con responsabilità marginali.
Il danno erariale, viene spiegato, riguarda il frazionamento di tre apparti: la ristrutturazione della sala di lettura presso la sala di Economia a Trento, la ristrutturazione di palazzo Sardagna ed infine i lavori di sistemazione della sede Patrimonio che si trova in via Rosmini.
Per quanto riguarda palazzo Sardagna, si sarebbe agito frazionando i lavori di ristrutturazione in diversi appalti affinché si potesse poi avere la possibilità di una assegnazione diretta dei lavori. Stesse modalità riguardano anche la ristrutturazione dell'immobile che si trova in via Rosmini. Il terzo appalto è la sala di lettura di economica che, attraverso lo “spezzatino” dei lavori avrebbe portato un illegittimo ricorso a lavori esterni e dei costi che non servivano.
Maffei, già indagato per altri reati nell'ambito di un filone sempre riguardante l'università sugli appalti pubblici, è stato invitato a dedurre e le accuse a lui imputate sono ancora da dimostrare. Intanto, però, è stato disposto un sequestro conservativo con il congelamento di numerose sue proprietà immobiliri sparse in Trentino.