Il "Dopo di noi" è legge provinciale, Anffas Trentino: ''Risposte concrete a bisogni sociali emergenti''
Questa legge è un testo unificato di quattro ddl. Il "Dopo di noi" introduce specifiche disposizioni in favore delle persone con disabilità che possono ancora contare sul sostegno dei familiari (“Durante noi”), ma anche per quei casi nelle quali questo sostegno sia venuto meno (“Dopo di noi”)

TRENTO. E' stato approvato all'unanimità il ddl "Dopo di noi", un testo unificato di quattro disegni di legge presentati dalla maggioranza e minoranza del consiglio provinciale. "Un segno che sui temi importanti - commenta l'assessore Luca Zeni - che riguardano in questo caso la salute futura dei nostri cittadini, la politica è capace di ritrovarsi in sintonia".
Il "Dopo di noi" introduce specifiche disposizioni in favore delle persone con disabilità, in quelle situazioni nelle quali queste possano ancora contare sul sostegno dei familiari (“Durante noi”), ma anche per quei casi nelle quali questo sostegno sia venuto per qualsivoglia motivo meno (“Dopo di noi”).
"Questa legge - aggiunge l'assessore - intende fornire alle Comunità di Valle, competenti in materia di assistenza alle persone con disabilità, strumenti per avviare forme di abitazione autonoma e condivisa, all’interno di un progetto personalizzato complessivo, che comprenda anche gli aspetti lavorativi e relazionali".
La finalità è duplice: valorizzare le risorse e le capacità di queste persone, renderle in grado, in un futuro nel quale, inevitabilmente, verrà meno il supporto familiare, di evitare l’istituzionalizzazione quale unica soluzione concretamente praticabile.
"Siamo consapevoli - evidenzia Zeni - che tutto questo può funzionare se concorrono diversi elementi, come la volontà di far sì che le persone con disabilità non siano solo fruitrici, ma soggetti in grado di partecipare attivamente e responsabilmente. A questo si aggiunge l'impegno delle famiglie a mettersi a disposizione, ma anche l’apporto indispensabile del Terzo settore e del volontariato e il sostegno delle Comunità".
"Questa legge - conclude Zeni - vuole valorizzare la dimensione dell'autonomia e dell'indipendenza delle persone con disabilità per favorire il loro benessere e la piena inclusione sociale. Siamo convinti che il grado di civiltà di una società si misuri anche dalla capacità di rispondere ai bisogni delle persone più fragili".
Nel "Durante noi" le persone con disabilità prese in carico da caregivers familiari, si prevede la possibilità di attivare percorsi di autonomia, vita indipendente o interdipendente, utili per la loro qualità della vita e dignità, ma anche per evitare l’inevitabilità della successiva istituzionalizzazione.
Soddisfatta Anffas Trentino onlus. "Si prospettano - dice il presidente Luciano Enderle - per le persone con disabilità e le loro famiglie nuovi strumenti che tengano adeguatamente in considerazione l’intero percorso di vita di ogni persona. Una tappa significativa di un percorso costruito grazie al dialogo di più forze politiche con Anffas e con altre realtà del Terzo settore che rappresentano le persone con disabilità e le loro famiglie".
L’approvazione in Parlamento della legge 112 del 22 giugno 2016 era infatti incompleta. "Una disposizione senz’altro apprezzabile - commenta il presidente - che lasciava aperte due questioni particolarmente rilevanti".
La prima era data dalla circostanza che, sulla base dell’accordo di Milano del 2009, la Provincia di Trento non concorre alla distribuzione del Fondo nazionale per l'assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare.
"La seconda - aggiunge Enderle - riguardava la convinzione di dover maggiormente valorizzare a livello provinciale l’esercizio e lo sviluppo di quei livelli di autosufficienza che possono rendere effettivamente innovativa l’implementazione dei progetti di “abitare sociale”. Queste questioni hanno trovato concreta attenzione da parte degli interlocutori politici e istituzionali".
"Registriamo - prosegue il presidente - positivamente come sia ancora possibile, anche in ambito politico, condividere importanti iniziative da assumere per offrire risposte concrete a bisogni sociali emergenti. La promozione del mantenimento dei più elevati livelli di autosufficienza possibili per le persone con disabilità, il riconoscimento del ruolo decisivo dei soggetti del Terzo settore e del privato sociale nella costruzione di un sistema integrato di servizi e opportunità per chi vive una particolare situazione e per i suoi familiari".
"Quando parliamo di sostenibilità dei sistemi di welfare - conclude Enderle - pensiamo a una dimensione che, ancor prima che economica, è antropologica. Prevenire, o ritardare quanto più possibile, l’istituzionalizzazione significa, per noi, occuparci di sostenibilità secondo questa duplice dimensione. Contiamo che questo impegno sia sempre più sostenuto e condiviso, culturalmente e finanziariamente, perché lo consideriamo segno di umanità, lungimiranza e buon governo, a partire da quel centro di gravità che si chiama persona".