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Parco Adamello Brenta, a giudizio gli amministratori per danno erariale: ''Favorite alcune imprese''
Per la Corte dei Conti l'ex direttore e tutta la giunta esecutiva devono rispondere di spese "palesemente incongrue". Il consigliere Claudio Cia: "Azzerare tutta la Giunta del Parco"

TRENTO. "Un'inutile consulenza, connessa a superflua fornitura informatica, essenzialmente motivata dalla supina condiscendenza della giunta esecutiva del'ente nei confronti di Silvio Bartolomei, di fresca chiamata alla direzione amministrativa del Parco Naturale Adamello Brenta".
Le parole del procuratore della Corte dei Conti Marcovalerio Pozzato sono molto dure. Per il magistrato non solo il direttore Bartolomei, ma tutta la giunta e il sostituto direttore Massimo Corradi devono rispondere del danno erariale prodotto. In tutto 11 amministratori del Parco Naturale con l'accusa, ancora da dimostrare, di aver acquistato un prodotto softwere per la gestione dei bilanci per un importo di oltre 70 mila euro.
Una spesa che secondo la Procura della Corte dei Conti configurerebbe il danno alle casse pubbliche. La difesa degli amministratori non ha convinto i magistrati che hanno deciso di procedere in giudizio contro l'ex direttore (responsabile per il 67%), contro l'ex sostituto direttore (15%) e dei 9 membri della Giunta (2% del danno erariale).
La Corte dei Conti contesta che all'arrivo di Bartolomei alla guida dell'ente si sia verificata "un'impennata di provvedimenti di spesa, fra l'altro palesemente incongrua rispetto alle reali esigenze dell'amministrazione del Parco, a beneficio di consulenti, imprese e ditte appartenenti al comprensorio territoriale di residenza".
Bortolomei è di Padova, e il magistrato sottolinea come a beneficiare degli incarichi di consulenza e spesa siano proprio aziende e imprese padovane. Ovviamente tutti gli amministratori rigettano le accuse e, quelli chiamati in causa a viario titolo e con diverse responsabilità, potranno difendersi davanti ai giudici.
Interviene su questo il consigliere provinciale Claudio Cia: "Agire per il Trentino segue le vicende del Parco Naturale da ormai due anni afferma Cia - e anche in riferimento a questa ennesima grana giudiziaria aveva duramente criticato l’attuale conduzione del Parco".
"Purtroppo le istituzioni trentine hanno sempre minimizzato, se non addirittura negato, preferendo imitare gli struzzi, come da copione: il Comitato di gestione, che avrebbe le competenze per intervenire, non ha speso una sola parola sugli innumerevoli scandali giudiziari".
Il consigliere tira in ballo anche la Giunta provinciale: "Oltre a fare orecchie da mercante alle interrogazioni che ho presentato in questi anni, non ha esitato un momento nel concedere al Parco un contributo di oltre 2,5 milioni di euro, senza prima pretendere le basilari condizioni di trasparenza tanto necessarie quando si usano soldi pubblici".
"Sarebbe finalmente ora che la Provincia chiedesse l'azzeramento della Giunta del Parco - tuona Claudio Cia - soprattutto a tutela dell’immagine dell'Istituzione Parco stessa, dei nostri territori e dei tanti dipendenti che onestamente vi lavorano. Continuare a restare in silenzio sperando che la situazione si risolva magicamente da sola - conclude - sarebbe oltremodo ridicolo, nonché un atteggiamento di complicità di questo degrado istituzionale".