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Coronavirus in Veneto, Zaia: ''Se il virus perde forza, allora forse c'è qualcosa di artificiale. Il governo dica qualcosa sulle riaperture''
Un tema centrale è sempre quello delle riaperture. L'appello ai cittadini di rispettare le regole, indossare la mascherina e mantenere il distanziamento sociale: "Altrimenti c'è il rischio di ritorno del focolaio e anche di un nuovo lockdown. Ci arrivano immagini di persone che girano senza mascherina, anche nei supermercati: il dispositivo va usato"

VENEZIA. "Se perde forza vuol dire che è artificiale, questa cosa farà arrabbiare qualcuno. Se perde forza, allora probabilmente potrebbe essere di natura artificiale", queste le parole del presidente Luca Zaia nel corso dell'appuntamento stampa per aggiornare i dati sull'emergenza coronavirus in Veneto.
"Sono d'accordo con Remuzzi, se il virus se ne va tanto velocemente, secondo me di artificiale c'è qualcosa di mezzo. Un virus in natura non perde forza con questa velocità. Notiamo - prosegue Zaia - che la fase endemica, quella del contagio forte è meno importante, meno rappresentata oggi. Sarà la temperatura, sarà che il virus si è spompato, magari se ne andrà definitivamente e così non avremo la recidiva autunnale. E' la mia personale opinione, ma non da scienziato. Se va via tanto velocemente, qualcosa di artificiale c'è di mezzo".
Un tema centrale è sempre quello delle riaperture. "Siamo per la riapertura di tutto - aggiunge il presidente - ma nel rispetto dei temi sanitari, così sono d'accordo tutti i governatori delle Regioni. Spero che il governo in queste ore decida di dire qualcosa. Se non si riapre, non possiamo saperlo la sera del 17 maggio. Dobbiamo anche organizzare i nostri servizi e spero che le linee guida siano ragionevoli e non complichino la vita ai cittadini".
La richiesta è quella di mettere le Regioni nella condizione di poter programmare la ripartenza. "Scuole e centri estivi chiusi - continua il presidente - mentre i genitori tornano al lavoro: questo è un dramma e ci serve il parere del comitato tecnico scientifico, il problema dei soldi può essere affrontato successivamente ma serve il via libera".
Complessivamente ci sono 18.702 casi e 1.650 morti da inizio epidemia. Ma l'invito è quello di rispettare le regole, in particolare indossare le mascherine e mantenere il distanziamento sociale.
"Altrimenti c'è il rischio di ritorno del focolaio e anche di un nuovo lockdown. E' un impegno minimo che chiediamo, l'appello è di fare squadra. Ci arrivano immagini di persone che girano senza mascherina, anche nei supermercati: il dispositivo va usato", conclude Zaia.