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Coronavirus, l'Alto Adige diventa zona arancione. Ecco le regole sui rientri e i sostegni economici stanziati dalla Provincia
Nella conferenza stampa di venerdì 4 dicembre, giorno in cui in provincia riaprivano bar e ristoranti e cadeva il divieto sugli spostamenti, il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher, accompagnato per l'occasione dagli assessori Philipp Achammer e Waltraud Deeg, ha presentato le misure economiche e sociali adottate per fronteggiare la crisi. L'Alto Adige, intanto, è diventata "zona arancione"

BOLZANO. Da “rossa” ad “arancione”. La Provincia di Bolzano, dopo difficili settimane di chiusure e sacrifici, sta ufficialmente per cambiare colore. A deciderlo è stato il Ministero della Salute, che in base ai parametri utilizzati per decidere la zona, ha dato il via libera ad un passaggio che allenta non poco le restrizioni previste - mentre i dati continuano a essere piuttosto critici. Da parte sua, con l'ordinanza dello scorso 27 novembre, il presidente Arno Kompatscher aveva già annunciato lo scaglionamento di misure che da lunedì 30 novembre a venerdì 4 dicembre hanno portato prima al riavvio della didattica in presenza per le scuole medie, all'apertura dei negozi e di parrucchieri e estetisti, e poi a quello di bar e ristoranti e alla fine del divieto sugli spostamenti fra Comuni.
Con la “colorazione” attuale, nondimeno, ogni spostamento da fuori provincia verso l'Alto Adige potrà avvenire solamente se giustificato da esigenze lavorative, di salute o di estrema necessità. “Non è un liberi tutti, per niente, perché il virus è tra di noi e il tasso di trasmissione alto – ha esordito il presidente della Provincia - rinnovo quindi l'appello alla cautela. Per quanto riguarda i rientri dall'estero, tema caldo in questo periodo di feste, le modalità saranno queste, diverse a seconda del periodo”.
“Fino al 9 dicembre si può entrare in zona arancione solo per studio, lavoro, salute o altre necessità particolari, a patto che si utilizzi l'autocertificazione. L'incontro con partner non sposato non è previsto. Dal 10 al 21 dicembre, invece, il rientro da Paesi Ue, Svizzera o Gran Bretagna sarà possibile solo con test pcr o antigenico negativo effettuato non prima di 48 ore. Autocertificazione e modulo online saranno comunque richiesti, anche se non c'è più bisogno di particolari motivi. Dal 21 dicembre al 6 gennaio, infine, chi non entra per lavoro, studio, ecc. deve andare in quarantena per 2 settimane. Chi rientra per visitare il proprio partner non convivente o per motivi di salute, urgenza, lavoro non ha necessità della quarantena ma di un test negativo effettuato fino a 48 ore prima”.
L'intervento di Kompatscher è stato seguito poi da quelli dell'assessore al Commercio Philipp Achammer e dall'assessora al Sociale Waltraud Deeg, i quali, aiutati da delle slide, hanno presentato le misure adottate nei rispettivi campi da parte della Provincia. La parola, dopo il Landeshauptamann, è passata ad Achammer.
“Le misure in ambito lavorativo hanno riguardato casse integrazione, sostegni alle aziende, finanziamenti straordinari e richieste di moratorie sui pagamenti – ha spiegato – abbiamo a disposizione 172 milioni di euro per la cassa integrazione, somma impegnata dal fondo di solidarietà territoriale di cui 89 milioni sono già stati pagati. Non si tratta solo di fondi provinciali, ma anche europei e statali. 231mila euro verranno pagati ai tirocinanti che non hanno potuto concludere la propria esperienza”.

“Per quanto riguarda le sovvenzioni alle aziende che hanno un massimo di 5 dipendenti, abbiamo avuto oltre 17mila richieste. Attendiamo le decisioni sul decreto ristori per capire come agire, con la possibilità di stanziare fondi provinciali per categorie non coperte o non coperte abbastanza. Stiamo parlando di settori come commercio, agricoltura, servizi, turismo, artigianato, industria. Per quei comparti più duramente colpiti, inoltre, sono stati stanziati finanziamenti straordinari. Si tratta di agenzie di viaggio, organizzatori eventi, discoteche, trasporto persone. Un ultimo aspetto, infine, riguarda la proroga dei pagamenti, per cui abbiamo già ricevuto oltre 700 richieste”.
“Molte famiglie faticano a rialzarsi e per questo abbiamo deciso queste misure – ha fine dichiarato l'assessora alle Politiche sociali Waltraud Deeg – molti infatti per la prima volta nella loro vita hanno avuto necessità di sostegno e come giunta lo vogliamo fare. Le domande possono essere presentate entro il 10 dicembre ai distretti sociali”.
