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“Con la riapertura delle scuole boom di casi anche con qualche linea di febbre”. Raffreddore stagionale o Coronavirus? I consigli dell'esperta per i genitori
Lorena Filippi, pediatra e tesoriera dell'Ordine dei medici di Trento e della sezione trentina della Federazione italiana medici pediatri, spiega al Dolomiti come affrontare un raffreddore e due linee di febbre in questa fase: “A meno che il bambino non abbia magari preso un po' di freddo e presenti la classica 'gocciolina' al naso, è importante tenerli a casa e contattare il pediatra. Fondamentale per i genitori creare un ambiente sicuro vaccinandosi”

TRENTO. “Purtroppo non c'è una formula magica, un'indicazione unica e costante nel tempo, ma se da una parte è importante mantenere un rapporto stretto e costante tra famiglia e pediatra, dall'altra è fondamentale proteggere i propri figli vaccinandosi”. Con la ripresa degli asili nido e delle scuole sono moltissimi i bambini che nelle scorse settimane sono tornati a casa con un raffreddore, un mal di gola o un po' di febbre: c'è sempre bisogno di fare un tampone? Ecco i consigli della pediatra Lorena Filippi, tesoriera dell'Ordine dei medici di Trento e della sezione trentina della Federazione italiana medici pediatri.
“Da quando hanno riaperto le scuole – dice Filippi – c'è stato un boom di casi di raffreddore, mal di gola e tosse ai quali, spesso, si accompagna anche qualche linea di febbre. Non esiste in questo contesto una 'soluzione' vera e propria, ma il modo giusto di affrontare la situazione è tenere in via precauzionale i figli a casa e chiamare il pediatra”. Come capita spesso nelle epidemie anche influenzali, ricorda infatti Filippi: “Il pediatra è in grado di riconoscere la situazione e in seguito decidere se consigliare il tampone o meno. In questa fase comunque sia il personale scolastico che i genitori mi sono sembrati estremamente responsabili nel gestire questo tipo di problematiche”.
Dopo la segnalazione infatti, starà proprio al pediatra individuare la strada migliore da seguire: “Se nell'arco di pochi giorni – continua Filippi – all'interno della comunità dei bambini presentano sintomi simili e nessuno di loro risulta positivo al Covid, probabilmente se altri presenteranno sintomatologia analoga non ci sarà bisogno di sottoporli al tampone. A meno che il bambino non abbia magari preso un po' di freddo e presenti la classica 'gocciolina' al naso, è però importante tenerli a casa e contattare il pediatra”. In definitiva comunque, spiega la dottoressa: “Se i sintomi sono 'importanti', se la diagnosi per esempio è di bronco-polmonite, difficilmente si tratta di Covid-19 visto che, nella maggioranza dei casi, nei bambini provoca sintomi piuttosto lievi”.
A prescindere poi dalle corrette norme di comportamento in questa fase, conclude Filippi: “E' fondamentale che i genitori si vaccinino, per creare un ambiente protettivo intorno ai bambini, che purtroppo il vaccino non possono riceverlo. Proprio negli scorsi giorni mi ha chiamato una madre, il cui figlio è risultato positivo al Coronavirus. Il primo ad aver sviluppato sintomi in famiglia è stato il padre ed entrambi i genitori non erano vaccinati”.